Con calma, passione e tenacia, ho passato questi paio di mesi a selezionare, comporre, tagliare, ridefinire le foto (tra i due fotografi e i videostills almeno 600 scatti….) della performance collettiva a Genova The Finger and the Moon #3 e a limare, perfezionare, riempire, costruire, aggiustare il relativo sito-blog del progetto.
Un lavoro a volte certosino, soprattutto quello del blog, poichè è stato costruito su misura e non seguendo un modello, così ogni funzione, ogni link, ogni aggiunta va fatta con laiuto di un tecnico che la programma come vorrei o mi dà le dritte su come farlo e poi mi arrangio. Insomma, di qui e di là il lavoro non finisce mai… così come l’archiviazione delle opere, della press e dei progetti che sto facendo con la mia nuova assistente.
Dicevo che lo sto facendo con calma perchè in questo periodo, al contrario di ciò che è stato negli ultimi anni, non mi pongo scadenze, ma mi prefiggo di fare un importante evento per il 2013, in occasione dei miei vent’anni di performance mostre e attività (per ora non vi anticipo niente!).
Quest’inverno penso di stare in Italia per continuare questo lavoro in studio e poi anche perchè Mario si è trasferito in Italia trovando lavoro, così starà qui almeno per un anno, e allora mi fa piacere stare in Italia insieme a lui (cosa strana stiamo insieme da 6 anni ma forse questa è la prima volta che viviamo come una coppia normale, ciascuno con un lavoro e un’attività nella stessa parte del mondo..!)
Mi piace questo periodo relativamente calmo (poi dico ‘relativamente’ perchè fra le altre cose ho ripreso a insegnare storia dell’arte in una scuola serale – meno male che non mi devo alzare presto! – e ci sono anche i miei genitori che hanno spesso bisogno di aiuto e visto che sono a Milano sono contenta di ‘esserci!).
A volte la vita dell’artista è avventurosa e imprevedibile, altre volte è normale e quotidiana. E’ una vita normale, appunto. Forse di poco normale c’è questo piacere e passione di costruire un mondo altro, parallelo alla realtà, e fatto dalle tue opere e dalle tue idee… a volte ti chiedi e ti dici che forse a nessuno importerà del tuo mondo parallelo, delle tue opere e delle tue idee, altre volte ti dici che invece è importantissimo, insomma, a volte sei fiduciosa altre sei dubbiosa oppure scoglionata, ma poi non si sa bene perchè si continua sempre, non si può farne a meno. Dall’esterno tutto sembra normale, mentre invece dall’interno brulicano vulcani e magmi e dubbi e scelte e peli nell’uovo (chissà perchè, più proseguo più mi sembra che il lavoro dell’artista deve essere di una perfezione assoluta e sempre più radicale e precisa, perchè ciò che fa la differenza è quel ‘non so che’ nato da millesimi di milligrammo di diversità…)
Tra poco ho finito di straparlare e vado a dormire. Di calmo e di quiete c’è anche la situazione dell’Italia adesso, con la sua crisi, il suo morale a terra, le sue persone un po’ spaventate, un po’ depresse e un po’ risorte, un’Italia che fa le primarie, che vorrebbe cambiare la politica ma poi gira e rigira è sempre la stessa minestra, che guarda con invidia all’elezione di Obama e con paura e compassione alla situazione di Palestina ed Israele, un Italia che almeno è sempre un paese in cui mangiare e viaggiare è una gioia dei sensi e dello spirito (che non fa poi mica tanto male, in un panorama così) ma dove la burocrazia ti mangia ti sfibra e ti risucchia… Insomma, in tutto ciò, invece di essere incasinata e depressa, come ero quest’estate, sono serena, pacata, calma e produttiva, per non dire felice. E sono nel periodo in cui ringrazio. Ringrazio di ciò che ho, di chi ho vicino, e cosa vivo. E non è poco, in queste ore notturne.
Ricevo queste righe da Vittorio Pannone e mi piace l’idea di condividerle qui. perchè le condivido in toto!
“La libertà non ci permette di adattarci alla vita reale. una volta provato il sapore della libertà, non siamo in grado di fare compromessi sociali e personali. la libertà ci porta alla povertà. vi è qualche dotatissimo che può permettersi la libertà, senza subire danni sociali.
tu potresti aprire uno spazio-galleria,e fare un normale lavoro di promozione artistica. anche io potrei farlo. la libertà ci impedisce di scendere a questo livello operativo. e allora, la fame. potremmo fare tante cose, con cui avere un tornaconto economico e sociale. invece, niente. l’alta libertà ci impedisce l’operatività pratica. rassegniamoci a questa alta libertà, e viviamo in essa. percorriamo la strada dell’alta libertà. senza compromessi. senza adattamenti. l’alta strada della libertà ,che ci porta all’assoluto, alla verità. qualche forma di sopravvivenza pratica la troveremo, senza rinunciare alla grande libertà. incontreremo altri liberi. sono pochi. vivremo la vita nell’interezza della libertà. solo cose vere e libere, il resto lo buttiamo all’immondizia. siamo nell’eternità, quotidianamente. vittorio
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