“Con tutta la comunicazione che abbiamo non c’è la percezione delle cose.”
“Il cinema è come la nitroglicerina. Può portare immensi benefici, ma è molto complicato da gestire.”
Intervista a Vittorio de Seta
(In omaggio a questo regista che non conoscevo e a Luigi Bianco che me lo ha fatto conoscere).
Mi viene segnalato dal curatore Lorenzo Bonini questa notizia, collegandosi ai miei lavori sulla lentezza (The Slowly Project) e sul silenzio (4’33 Chorus Loop) e mi sembra moooolto interessante da convividere con voi (oltre a ringraziare Lorenzo per il pensiero di avermela mandata).
La Norvegia cambia registro e sceglie il silenzio e la tranquillità. La televisione pubblica ‘NRK’ ha trasmesso il 18/02/2013 dodici ore di diretta ininterrotta di un caminetto acceso con, in sottofondo, musica leggera e commenti di esperti. L’esperienza è stata fatta venerdì, in prima serata, e la NRK ha spiegato che la serata-evento ha incollato al piccolo schermo più spettatori rispetto alla normale programmazione.
Per vedere gli excerpts dei miei video dello SLOWLY PROJECT vai qui
Il vocabolario allargato é un progetto condotto da Andrea Bajani con ragazzi delle superiori e presentato alla fiera del libro di Torino, dove l’ho visto.
Ho trovato questi neologismi interessanti e poetici, e ho deciso di condividerli con voi, anche come omaggio a quelli che li hanno inventati. Li trovo inoltre molto indicativi della delicata fase che stiamo attraversando in Italia e del disagio nato da una carenza di prospettive e di valori che si sente molto nella società italiana attuale. Li trascrivo qui, con le parole precise usate dagli autori (parole che ho amorosamente copiato dal programma della Fiera).
Eteriderio
Si può pensare a volte che la vita non basta. O meglio, che non basta quel che si é per prendere dalla vita tutto quello che offre. E così allora sì resta fermi, marginali, sul confine delle cose a guardarle succedere. A illudersi che se si fosse altro – un altro più bravo, un altro più popolare, qualcuno con più frecce al proprio arco – forse la vita avrebbe un gusto diverso.
Disfuturi
Ha tutta l’aria di una disfunzione del tempo questa incapacità di pensare in termini progettuali oltre i confini della giornata, o del confortevole – o angusto? – presente. Buttare il cuore oltre l’ostacolo non sembra andare più di moda, perchè quando l’ostacolo batte le ciglia, sovente ci si spaventa. Mentre rimettere in moto il tempo è raccogliere e scombinare le carte. E’ fare domande, rimpastare presente e passato per vedere che risposta vien fuori.
Svivere
Il pensiero di non essere in relazione con il proprio tempo è un ronzio che non cessa. E’ il pensiero che il tempo ci rotola ai piedi, e che non lo si guardi andare e venire perchè in fondo ogni segno che si prova a lasciare è un buco nell’acqua. E’ l’idea – l’alibi forse? – che anche ad alzare la voce non ritornerebbe altro che l’eco di quel che si è detto.
Subizionista
C’è un modo tutto particolare di far tesoro delle sciagure: è utilizzarle come armi ricattatorie, come sfrontate teste di ariete per sconfiggere l’avversario utilizzando una leva morale. Vere o strumentali, reali o inventate che siano, divengono strumento esibito, mezzo giustificato dai fini. Il ‘me tapino’ come dichiarazione di inermità e al tempo stesso baionetta inserita per attaccare all’arma bianca.
Linkotico
La sindrome dl contatto imperversa. La competizione sul numero di amici o follower sui social networks batte il tempo. Eppure al tempo stesso – in una contraddizione solo apparente – il legame spaventa. Nell’epoca della reversibilità totale, della ritrattabilità di tutto, il ‘per sempre’ crea inquietudine, genera il timore che non sia possibile uscire dall’angolo. Ma di quale angolo parliamo?
Demolitica
In un paese come l’Italia, in cui l’incertezza é la più stabile delle condizioni, il rischio é la quello di pensare che la politica abbia appeso al chiodo la propria vocazione. Che si occupi più di disfare che di provare a costruire un paesaggio umano diverso, con un orizzonte più lungo delle finestre del palazzo di fronte. Ma c’é uno spazio, quello del quotidiano, in cui quella partita é tutta da giocare.
Onnifood
Il cibo ha una parte fondamentale nella cultura e nell’identità italiane. Ma l’impressione è che si stia dilagando, e che nel paese aleggi una nuvola da tavola calda che pare impossibile dissolvere. Nelle librerie trionfano i titoli di cucina, in televisione c’è sempre qualcuno ai fornelli. E’ lecito domandarsi: cosa bolle in pentola in questo inizio millennio?
Disonestar
Se un paese ha bisogno di eroi, gli eroi che vengono scelti dicono molto su chi a gran voce li ha incoronati. Violare la regola, mistificare la legge, deridere l’onestà, farsi esempio di estetiche del pecoreccio: che paese è quello in cui sono questi i requisiti dell’eroe? Specchio? Viscere? O semplicemente prende voce una parte di noi che fingiamo che non ci sia?
Sovravvivere
Se lo status conta più dello Stato, la merce più del valore (etico, politico), se il tenore di vita è la linea Maginot da difendere, allora vivere diventa una faccenda di debiti e crediti, di rincorse senza decolli alla fine. Vivere fino in fondo, ci si potrebbe domandare, significa per forza vivere al di sopra delle proprie possibilità? E accontentarsi, è sempre sinonimo di rinunciare?
Monetica
Se battere moneta significa abbattere ogni altro universo di valori, allora si stringe sempre di più – e l’aria si fa sempre più rarefatta – lo spazio per l’uomo e per l’ambiente in cui vive. Ovvero quello in cui il progresso è ben altra cosa rispetto al semplice sviluppo. Perchè c’è di mezzo la dignità, la dignità del lavoro, il pensiero di un mondo migliore.
Le parole sono mappamondi ridisegnati anno dopo anno. Ci si possono cercare sopra i confini, le estensioni, le proporzioni tra i luoghi. Ogni neologismo è un confine che muta. Tutto il mondo, quando cambia un confine, è obbligato a definirsi di nuovo.
Dieci neologismi per provare a raccontare il mappamondo Italia del 2013.
Laboratorio tenuto da LIUBA presso la sede di GEART nell’Appennino Emiliano
dal giovedì 4 a domenica 7 luglio 2013
Il corso-laboratorio si propone di stimolare le persone alla conoscenza di sè e delle proprie potenzialità creative attraverso l’uso del corpo e della performance come mezzo per conoscerci, conoscere e interagire con gli altri e l’ambiente.
Si lavorerà in gruppo e in maniera individuale. Ogni partecipante sarà seguito personalmente e aiutato a scoprire sia ciò che vuole comunicare sia il modo migliore per esprimerlo, seguendolo in una ricerca di linguaggi per produrre, ciascuno, la priopria performance. Tutte le performance ideate e create durante il corso saranno rappresentate pubblicamente la domenica pomeriggio.
Contenuti:
Il corso si struttura in tre tematiche intersecate:
Lavoro sul corpo: tecniche di concentrazione; tecniche di respiro; consapevolezza corporea; la postura e i movimenti; esplorazione delle possibilità performative del corpo.
Lavoro sulla psiche: scoperta del sé attraverso tecniche multimediali con danza, musica, colore, parole; individuazione dei propri bisogni creativi ed espressivi, ricerca del proprio linguaggio espressivo personale.
Lavoro sulla performance: definizione di performance e di multimedialità; individuazione e sviluppo di un tema performativo; lavoro individuale e in piccoli gruppi; creazione di performance personali: ricerca dei linguaggi appropriati per realizzarle, ricerca dei materiali, lavoro di preparazione, elementi di interazione col pubblico. Esibizione finale.
Tempi e Struttura:
Il corso-laboratorio si svolge dal giovedì sera alla domenica pomeriggio nella cornice dello splendido borgo Ronchesano, sede dell’associazione culturale Geart, sull’Appennino Bolognese presso Tolè e a 35 km da Bologna.
Per chi desidera è possibile pernottare e mangiare presso la struttura. I pasti sono preparati con ingredienti bio autoprodotti e coltivati nel borgo.
Programma giornaliero di massima:
GIOVEDI’ SERA: arrivo, accoglienza, cena h.21: conoscenza dei partecipanti, visione di video di performance e breve introduzione alla performance art.
VENERDI’ MATTINA: dalle 10 alle 13 Lavoro sul corpo: tecniche di concentrazione, tecniche di respiro, consapevolezza e studio delle posture, la semiotica del movimento, il linguaggio visivo col corpo, lo spazio, il movimento e l’interazione.
VENERDì POMERIGGIO: dalle 16 alle 19 Lavoro sulla scoperta del sé, esercizi con danze, colori, suoni e parole. Il conoscersi e l’esprimersi; Individuazione di un tema performativo personale; lavoro individuale e in piccoli gruppi.
SABATO MATTINA: dalle 10 alle 13 Sviluppo del tema performativo personale e tecniche di espressività multimediale; lavoro individuale e di gruppo; esperimenti di collaborazione interattiva SABATO POMERIGGIO: dalle 16 alle 19 Approfondimento delle performance emerse precedentemente; utilizzo di linguaggi appropriati; ricerca di possibili materiali occorrenti nella campagna circostante
DOMENICA MATTINA: dalle 10 alle 13 Messa a punto delle performance prodotte ed ultime elaborazioni
DOMENICA POMERIGGIO: dalle 16 alle 18 Presentazione al pubblico delle performances elaborate e create durante il corso
A chi è rivolto
A tutti coloro che si vogliono mettersi in gioco e scoprire sé stessi attraverso l’arte performativa e la multimedialità. A chi desidera passare dei giorni rilassanti e benefici in un luogo incontaminato dedicandosi alla creatività e al benessere personale. Questo corso è un corso base, adatto sia a chi non ha mai fatto performance, ma è anche concepito come un approfondimento per chi ha già esperienza, dato che ognuno sarà aiutato a sviluppare le proprie potenzialità e il proprio livello.
Bio di LIUBA, conduttrice del corso
Liuba è un’artista multimediale che lavora con performance, video e progetti interattivi site-specific. Ha studiato al DAMS di Bologna laureandosi in Semiologia delle Arti col massimo dei voti e frequentando contemporaneamente l’Accademia di Belle Arti. Dal 1993 lavora con la performance, ottenendo successo sia in Italia che all’estero. Ha presentato sue performance e video ad Artissima Art Fair, Torino, PAC Padiglione d’arte contemporanea di Milano, alla Biennale di Venezia, ad Art Basel, all’ Armory Show a New York, a Scope London, in Germania, in Cecoslovacchia, in Canada e in molte gallerie italiane ed estere. Si è dedicata con passione alla progettazione e realizzazione di numerosi laboratori creativi per ogni fascia di età, lavorando per il Comune di Bologna, il Comune di Milano, la città di Rimini e il Ministero della Pubblica Istruzione. Questo è il suo secondo corso dedicato interamente alla performance art. www.liuba.net