(UNREAL EXIT)
Performances: Grace Exhibition Space, Brooklyn, New York 2011; Villa Serena, Bologna, in Body for Peace, 2002
video: documentation of the performance in Brooklyn
The piece is a ‘duet’ between live performance and video projection. Both the video and the performance begin with the artist sealed in two big white boxes that tie her in and block her movement. It is the imprisonment of a contemporary human being in boxes of duty, ideology, hypocrisy, and expected behaviours.
Then, the action in the video is a progressive liberation of these conditions through the destruction of boxes and masks. On the contrary, in the live and ‘real’ performance, the artist struggles and suffers without getting rid of the boxes, a condition that often represents the reality of our lives.
The ‘exit’ from the boxes is not possible in the real world, but only in the ‘virtual’ one.
http://vimeo.com/20885564
rassegna di performance
a cura di Ciro d’Aniello e LIUBA
sabato 13 luglio 2002
dalle 19.00 in poi
Villa Serena – Bologna
Via della Barca, 1
Questa particolare forma e linguaggio dell’arte contemporanea mette al centro la dimensione dell’evento, dell’accadere. Il processo prende il sopravvento sull’opera in un agire artistico che esalta la fisicità dell’esperienza, la dimensione della socialità e dello scambio comunicativo in tempo reale. Il corpo stesso dell’artista, determina una forma d’arte il cui dato preminente è quello della creazione di situazioni, azioni, comportamenti
Body_for_peace considera la performance come il tentativo, il più sistematico, condotto dall’arte del nostro tempo per abbreviare e al limite annullare l’intervallo tra l’arte e la vita, per superare il diaframma della rappresentazione e porre il gesto creativo nel divenire quotidiano come gesto “resistenziale” tendente a riaffermare la libertà e la socialità dell’arte in questa epoca di “globalizzazione”.
FESTIVAL DELLA PERFORMANCE
Bologna, Villa Serena
13 luglio 2002
a cura di Liuba e Ciro d’Aniello
L’idea di questa rassegna parte dal concetto di scambio e di interazione, degli artisti tra loro e col pubblico, e dei linguaggi espressivi e dei media nella performance.
La rassegna si è svolta in un contesto polivalente dove si aggregano abitualmente, nei grandi spazi della villa e nel parco, moltissime persone attirate dalle più varie proposte: dai concerti agli spettacoli, ai Deejay, ai bar di incontro. E’ dentro tale cornice che si è sviluppato il bisogno di far interagire nuove forme d’arte sperimentali con un pubblico eterogeneo, composto anche da chi non frequenta rassegne o mostre d’arte. La performance ben si addice all’ interazione con tale pubblico per il suo carattere immediato, basato sulla presenza fisica del corpo dell’artista, per la sua versatilità multimediale e per il suo carattere in divenire e sperimentale.
Il concetto di scambio è fondamentale anche tra gli artisti: incontrarsi, mostrarsi, interagire, sono momenti centrali della crescita e del lavoro di ciascuno.
In questo modo è nata l’idea del festival, che ha accolto durante la serata più di una quindicina di artisti da varie parti d’ Italia e si propone di crescere ogni anno.
Il titolo della serata, BODY_FOR_PEACE, più che un tema da seguire, è voluto essere una dedica e un auspicio: impigliati come siamo nelle dinamiche di violenza e conflitto che continuano ad alimentarsi nelle nostre società, il fare artistico e il suo crearsi possono costituire zone franche in cui costruire obiettivi e ideali ‘altri’.
L’interazione tra le persone, tra i linguaggi, tra gli artisti, e la continua ricerca di esprimersi che sottende il lavoro di ciascuno possono diventare elementi preziosi per instaurare modi di comportamento e di vita ‘alternativi’ alle logiche di potenza e di sopruso ormai dilaganti.
La performance è diventata un linguaggio artistico importante e diffuso nel mondo dell’arte contemporanea. E’ un linguaggio, a mio parere, estremamente attuale e consono ai tempi mobili in cui viviamo per la sua connotazione di essere in sinergia e in confine con diverse forme artistiche, dalle arti visive, alla poesia, alla corporeità teatrale, alla danza, al video, alla musica. La performance è un contenitore aperto che si presta alle più duttili combinazioni e all’inserimento di qualsiasi materiale o segno pertinente al progetto che la sottende.
LIUBA
Some of the performances art pieces at the Festival Body For Peace, Bologna 2002
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