200. Quarantine Trilogy

Sono arrivata al post 200! ❤️ Ho cominciato come resoconto del mio trasferimento a New York per l’arte per descrivere dal di dentro la vita di un artista, aprendo un oblò sulla vita privata e su ciò che c’è dietro le opere.

Ancora oggi sono convinta che non ci siano abbastanza informazioni sugli artisti, questi esseri strani che vivono con l’obiettivo e la missione di esprimersi, di fare opere, di cercare la bellezza, di interrogarsi sul nostro vivere. Per molti un artista è come un animale esotico, poichè in giro ci sono pochi esemplari, e pertanto non si conoscono se non per stereotipi.  A questo proposito mi viene in mente il film di Sorrentino ‘La grande bellezza’ dove anche lì le scene che riguardano l’arte e gli artisti sono piene di stereotipi e clichè, a mio avviso piuttosto disturbanti, inutili e poco realistici (mi scuso con chi giudica questo film un capolavoro, ma io non lo amo, se non per la bella fotografia).

 

Festeggio questo duplice anniversario, dei 200 post e dei  10 anni del blog (v. il post n.1), celebrandolo con un post speciale, con la nuova performance Quarantine Trilogy fatta in casa nel periodo di quarantena e andata in onda live per Corpi sul palco, curato da Andrea Contin.  E proprio in questo lavoro unisco il mio essere artista al mio essere mamma ❤️❤️ così come in questo blog unisco la sfera professionale artistica con quella privata.

 

Allora… in questa quarantena me ne stavo tranquilla ( e impegnatissima) a godermi il mio adorato Sole di sei mesi, con moltissime cose da fare, tantissima gioia di momenti unici, lentezza mia solita del godere ogni momento, qualche ora al giorno, non tutti i giorni, tirata fuori ogni tanto per il mio lavoro creativo, senza scadenze e senza impegni. Guardavo con un po’ di lontananza e quasi di superiorità tutti gli artisti affaccendati a fare lavori sul virus, e pure i non artisti che ora avevano il tempo per fare gli artisti, tutti presi a dire la loro e a mostrare le loro opere in quarantena. Io mi limitavo portare allo scoperto e rendere accessibili online lavori già fatti, che erano estremamente pertinenti a questa situazione, come i video dello Slowly Project, o la serie di Virus, o altri, e a vivere di, diciamo, rendita, con i lavori già esistenti (tutti molto complessi, spesso fra performance e montaggio video mi occorre anche un anno per lavoro, per non parlare di quei video che monto alcuni anni dopo aver fatto la performance…).

 

Ed ecco che vengo improvvisamente stanata da un sacco di richieste: talk in diretta, autoritratto fotografico in quarantena, nuova performance per la rassegna corpisulpalco. Essendo tutte cose di qualità e venendomi l’invito da amici e professionisti del mondo dell’arte che stimo, ho accettato volentieri, sapendo che,  a parte i talk online dove mi sono divertita, era una grande sfida produrre una nuova performance, in casa, in sole due settimane, in questo periodo della mia vita dedicato alle cure del mio baby neonato.

Sono stata orgogliosa di essere riuscita a trovare l’idea e a realizzarla, fra una poppata e l’altra, mettendo nell’opera ciò che stavo vivendo in questo periodo,  un affresco di vita quotidiana, scene di famiglia, felicità immensa del bimbo, risate  taumaturghe contro il virus, e citando anche la mia performance Virus Tableau Vivant, fatta 14 anni prima nella vasca di un hotel per la Flash Art Fair del 2004 esposta da Lino Baldini.

 

 

Sono felice di condividere qui con voi questo lavoro, testimonianza in diretta di un periodo storico speciale e di un periodo personale speciale e straordinario.

 

LIUBA, Quarantine Trilogy, 2020, web version from LIUBA on Vimeo.

 

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