176. Le decisioni nella spa

Oggi tutto il giorno nel nido della mia Spa preferita, che è a Rimini, all’***. Lì a volte mi rifugio per una giornata di coccole e introspezione e decisioni, e progetti profondi. Ci sono delle vasche idromassaggio enormi e una vasca salina che adoro.

 

Oltre a togliermi dai pori la città e il suo smog (ho resistito un mese a Milano, anche perche è migliorata, sia come aria che come energia, però dopo un po’ ho bisogno di muovermi verso la natura e il silenzio), venendo in spa mi pongo sempre gli obiettivi delle decisioni che ‘attendo’ che emergano profondamente. Perchè niente è meglio per prendere decisioni che una giornata di vuoto, di relax, senza impegni e pensieri, dedita alla cura del corpo, con musiche, silenzio e idromassaggi.

 

In realtà la decisione vera, quella più importante, ‘my best artwork’, quello che chiamo il “progetto alpha”, quella l’ho già presa, è arrivata come una chiamata forte e improvvisa, che mi ha scosso ancora sino alle fondamenta e a cui ho dovuto dare una risposta, che mi ha richiesto tempo, riflessione, preghiera, e coraggio.

 

E questa risposta è stata sì, sono pronta e intraprendo ancora una volta, la strada, questa volta con un’energia e una sicurezza estrema, come se tutto fosse già stabilito e certo, e con una fiducia immensa. Sì forse tutto era davvero già deciso e certo, ed io rispondo a una chiamata che era inequivocabile, e bellissima. Diciamo che qui in spa ho messo a punto un po’ di cose e mi sto preparando e pulendo profondamente, per cominciare la prima tappa cruciale del progetto.

 

Poi ne ho approfittato anche per mettere a punto alcuni interventi artistici, come quello che dovrò fare al Macro di Roma (dove sono stata invitata a proporre qualsiasi cosa desiderassi) il prossimo anno, sapendo che dovrò risparmiare le energie perchè tutto procede subordinato al progetto alpha, che ha la massima, e assoluta priorità.

 

 

 

Il progetto Alpha comincia!

(foto di oggetto di performance tratta dal libro LIUBA PERFORMANCE OBJECTS, Ed. Quinlan, 2017)