204. Relazioni, paure e blocchi

Mi accorgo che quest’estate non ho portato a Viserba il mio quadernetto. Il mio diario interiore che a spizzichi e bocconi ma costante scrivo da quando avevo 12 anni, per capirmi e per capire. Scrivo sempre meno, è vero, però forse è la prima volta che non lo porto con me (il quadernetto fisico cambia a mano a mano che uno finisce per cominciarne un altro).

 

Con gli impegni correlati a Sole e le poche ore libere da dedicare alle cose pratiche, alle cose spirituali, e a dei progetti artistici (di cui alcuni mi hanno preso tantissima energia e poi per motivi futili e pure strani non sono andati in porto), è tantissimo che non trovo il tempo per scrivere.

Ora però lo faccio, perchè lo necessito, e perchè non capisco cosa mi sta accadendo, spero che la scrittura mi aiuti a capire.

 

Ieri sera ho scritto a Mario riguardo alla mia decisione di chiedergli di non tornare a Viserba ora che rientra dalla Francia, perchè i giorni passati qui con lui sono stati devastanti e nervosi ed io non posso più accettare di vivere queste cose. Ho avuto chiaro che per niente al mondo posso più accettare umiliazioni e dolori da un’altra persona e nemmeno da lui, a cui ho dedicato una pazienza infinita. Ho sentito dal profondo questa cosa, e ho deciso di scrivergli per comunicargli questo mio bisogno di restare sola per altro tempo qui a Viserba, anche perchè ho una ragazza alla pari molto carina che mi aiuta ed io sono molto rilassata e tranquilla in questo modo.

 

Ma da quando ho scritto questa email mi sento nervosa e agitata, ho delle emozioni che assomigliano alla paura, e non riesco a capirle nè a decifrarle.

Vorrei vedere se con la scrittura qualcosa si apre e qualcosa si chiarisce.

 

Innanzitutto, come spesso accade qui a Viserba d’estate, questo è un tempo di riflessione e di lavoro interiore. Adesso lo sto facendo anche con una nuova psicologa, che mi piace molto e il nostro lavoro sta già dando molti frutti. Sento che, in seguito anche a questi grossi eventi di cancellazione che si ripetono nella mia vita, e molti recentemente, devo trovare il bandolo della matassa, capire perchè arrivano, capire il messaggio che mi danno e accogliere cosa devo imparare, e curare le cicatrici e accettare tutto. Lungo lavoro ma sono molto motivata a curarmi e a guarirmi, pur rimanendo consapevole della nostra piccolezza e delle nostre debolezze.

Chissà se in tutto questo c’entra anche il mio non risolvere il rapporto con Mario, a cui voglio bene ma che non sopporto, che mi rovina la vita quando siamo insieme ma che mi manca un po’ quando siamo distanti. E’ stato un tira e molla sempre così dall’inizio della nostra storia. e sono passati 16 anni. Troppi, per essere ancora bloccati nei ghiacci e in stallo. Troppi perchè poi ora c’è Sole ed io devo fare ciò che è meglio per lui e per me. Sole ha diritto ad avere le situazioni, le relazioni e le cose chiare, solari, come solare è non solo il suo nome ma tutto il suo essere.

Questa motivazione è molto importante ora, e una situazione chiara e solare, di questo rapporto, è un’esigenza necessaria per tutti e tre.

 

Perchè sento paura, malinconia e tante altre emozioni tristi quado penso al mio rapporto con Mario e soprattutto quando penso a lasciarlo e a come lasciarlo?

La paura è normale, mi spaventa sentirmi proprio sola e a volte mi fa davvero comodo averlo in casa. Ma altre è una tortura che non ha prezzo e che non vale la pena continuare, solo per lo spavento di sentirmi sola o per la comodità.

So che per lui i sentimenti sono simili, nel profondo, e proprio per questo me ne dispiace.

Perché conosco un lato buono di lui che vibra con le mie corde profonde e di cui provo empatia.

Però tutto il resto è diverso e non funziona, da sempre.

Ora vorrei il coraggio di fare le scelte senza paura, e di avere una situazione chiara.

 

Cosa è questa paura che provo? Paura a stare con lui e paura a lasciarlo? La paura di lasciarlo è comprensibile, manca una presenza, un appoggio, seppur sghembo, un affetto, che comunque c’è. Dall’altro ho paura a stare ancora insieme, perchè so che questo rapporto non mi fa bene, mi complica la vita, mi è nocivo e non voglio fare danni nè riceverli. Pertanto, anche nel passato, qualsiasi mossa io abbia fatto per questa relazione mi dava disagio, sia continuare che lasciare.

Mi ricordo una mia poesia di quando avevo vent’anni, quando avevo un rapporto conflittuale con Walter, il mio primo fidanzato, in cui scrivevo in forma poetica le stesse cose (ma perchè – e ci sta proprio sia ma sia perche – non riesco ad evolvere??). faceva più o meno così:

 

Follia è lasciarsi

follia continuare.

Follia qualsiasi scelta

si è costretti a fare.

pencolamento doloroso,

come un fuoco liquoroso,

forse dell’esistenza essenza:

due mancanze, due opposti,

ma di nessuno faresti senza.

 

 

Mi accorgo ora che però, seppur i sentimenti di adesso non si discostano da quelli di allora (era il 1990!!), la situazione è diversa perchè ora so che la scelta va fatta e che deve anche venire bene.

Con Walter succedeva questo (che poi in parte si è ripetuto con Mario): la relazione andava benino, poi però arrivavano i raptus di gelosia immotivata di Walter ed io ci stavo malissimo, cercando di capire perchè si comportava male con me, e poi arrivava il momento che mi stufavo e scappavo via, o tagliavo. E allora lui ritornava in sè, mi rincorreva, implorava di riprenderlo, mi si avvicinava con i suoi sentimenti, che io sentivo, e non riuscivo a respingerlo definitivamente, e ricominciavo, e poi si ripresentava lo stesso schema…miriadi e miriadi di volte. quando un bel giorno, in un ostello madrileno, in un viaggio che avrei dovuto fare da sola, perchè ci eravamo lasciati, ma che lui implorò di fare con me ed io accettai per il mio buon cuore, lui si imbestialì per una presunta gelosia verso dei brasiliani all’ostello, con cui io avevo parlato, e diventò violento (non aggressivo, ma paonazzo di rabbia, e mi spaventò) e allora fuggii dall’ostello lasciandolo lì senza dargli miei notizie e mie recapiti. Allora non c’erano cellulare, nè email, non mi poteva trovare in tutta la Spagna. E così finì la storia definitivamente. Lì io decisi di non tornare più indietro.

Ora con Mario abbiamo deciso di lasciarci mille volte, e ogni volta abbiamo avuto nostalgia di ritornare. Ultima e definitiva volta l’estate scorsa, che è tornato dal Canada dove era andato per sei mesi perchè avevamo deciso che tutto era finito, ma ancora una volta decidemmo che volevamo riprovare, io volevo che lui tornasse e lui è tornato, per poi ricominciare un logorante anno in cui la pace non ha trovato spesso dimora fra noi. Nonostante ciò la mia vita è comunque così piena di gioia datami dal mio Sole, per cui mi elevo sopra tutto e sopra tutti.

 

Ora gli ho scritto questa email ieri. Gli ho scritto in onestà. Ora voglio stare sola. Perchè mi sento agitata? Perchè mi sembra impossibile concludere questo loop? Non credo. Perchè non conosco una soluzione? io la soluzione ce l’avrei: ci lasciamo ma rimaniamo amici, Mario abita per conto suo e ci vediamo quando ci pare. Ma lui mette i paletti a questa soluzione perchè dice che in Italia non riuscirebbe a vivere senza di me. È forse questa situazione che mi agita e mi fa sentire un po’ bloccata. Ma come fare a sentirsi liberi?

Soluzione di sempre: mettere davanti l’amore, fare scelte col cuore e con l’istinto, avere fiducia nell’universo e in Dio e sapere che Lui ci aiuterà a fare il bene per tutti. Chiedere chiedere chiedere.

 

 

Confine fra Canada e Stati Uniti vicino a Niagara, 2016

 

Cascate a Quebec, 2016

 

Capodanno 2016 sugli Appennini Bolognesi