192. La commozione e la gratitudine

Non so dire se si tratta degli sbalzi ormonali, della debolezza fisica, di magia o che altro, ma spesso mi capita di commuovermi per la felicità, come non mi era mai capitato prima di ora… una dimensione profonda e molto molle, fluttuante, umorale e viscerale, dove mi scendono copiose lacrime di tenerezza, di gioia, di incredulità, di gratitudine, di fragilità.

 

Mi commuovo fragorosamente per la bellezza della vita, per il mistero insondabile di questo nostro esserci, per poi non esserci più, ma per poi esserci sempre.

 

Mi commuovo per questa nuova vita che è arrivata da lontano per atterrare accanto a me, un mistero incredibile seguire questa evoluzione, dal desiderio dell’anima di venire qui da noi, allo scegliersi fra le anime di Sole e la mia, all’anima di Sole incarnata dentro questo embrione che si è attaccato saldamente al mio endometrio per rimanere in me, per nascere alla vita, crescere e svilupparsi … ed eri tu, Sole, che ti formavi a poco a poco, ed io esterrefatta e grata osservatrice e destinataria di questo miracolo assoluto, di questa crescita meravigliosa che ti ha portato a venire qui fino a noi.

 

Sei come il principe venuto da un pianeta lontano, e ciò mi inonda di commozione e di meraviglia e di stupore… e contemplo questo mistero sciogliendomi in lacrime gommose, dense, piene di umori, umori dei miei ormoni traballanti, umori del mio seno gonfio di latte, del mio utero elastico che si sta ritirando, dalla mia carne succhiata dal tuo ciucciare scandito su di me a ore ravvicinate … e mi commuovo dentro, mi rannicchio in una dimensione magica e densa di un mistero ineffabile. E vivo immersa in questa dimensione, dove la presenza di mia mamma è reale, lei che non è più carne ed è andata fra le stelle ma viva e presente qui, e tu Sole sei venuto dalle stelle e ora stai qui col tuo corpino meraviglioso, i tuoi occhioni e il tuo nasino all’insù, un po’ come quello della tua mamma.

 

Ti dedico questi sentimenti figlio mio, questa magica, immensa ebbrezza di questa commozione, di questo mistero imperscrutabile che sto sentendo con mano dentro la mia carne attraverso la tua carne, dentro la mia anima in sinergia con la tua anima. Un DONO, un DONO grandissimo. Così come è un dono grandissimo la salute che ho vissuto durante questa fantastica gravidanza sempre in forma, e il parto, e questo post parto… ringrazio il mio corpo-essere, che ha dentro questo dono speciale di rinnovarsi ogni anno e di migliorare.

 

Una storia di grande amore, di estremo amore, di infinito amore, una storia straordinaria che è cominciata e continuerà in maniera meravigliosa e bellissima.

Benvenuto amore in questa terra bellissima, spero di trasmetterti tutta la gioia e la felicità di essere a questo mondo!

Forte così come me l’ha data e testimoniata la mia mamma.

Un bacio grande grande

La tua mamma

 

LIUBA

 

 

 

 

187. A viserba d’estate in attesa

E’ molto che non scrivo perché sto gustando nel profondo tutte le sensazioni che sto vivendo, e sto vivendo dei mesi meravigliosi, speciali, eccezionali, pieni di gioia, di stupore, di gratitudine, di dolcezze, di attenzioni, di amore, di estasi e di magia.

La sensazione di essere due, la consapevolezza di essere uniti, la forza dell’amore che provo, sono sentimenti speciali che assaporo in ogni momento, e posso permettermi di assaporare, centellinando tutte le emozioni e anche le sensazioni fisiche del mio corpo che cambia a poco a poco per fare spazio alla nuova vita.

 

Ho questa consapevolezza che già da subito io e te siamo un equipe, amore mio, un equipe di reciproco supporto, di collaborazione e di cooperazione. Già da subito tu hai dato a me tantissimo, ed io ho dato a te tantissimo, e tutto con naturalezza, con gioia, e con amore. E’ una cosa meravigliosa! Non finirò mai di ringraziare Dio che ha unito le nostre anime e le ha fatte incontrare (eh so che c’è anche l’interessamento e lo zampino di mia mamma dietro a tutto ciò!), ha permesso che tu scegliessi me e che io scegliessi te, ha voluto che ti portassi nel grembo per accompagnarti a questo dono bellissimo e a questa straordinaria avventura che è la vita. E la vita è davvero bella amore mio, te lo insegnerò sempre, e già te lo voglio dire e ripetere ogni giorno: la vita è meravigliosa, perché siamo ‘tutti’ circondati da amore (chi pensa di non esserlo è perché non lo vede, questo è ora il mio pensiero), di doni e di bellezza. E nonostante le difficoltà che tutti passano e che tutti attraversano, abbiamo sempre nel cuore una stella che ci dà la direzione, il conforto e l’amore. Abbiamo l’infinito nelle nostre anime, basta collegarsi a quel «coriandolo di assoluto che noi tutti abbiamo e ricollegarsi a noi stessi» (come scrivevo in una poesia quando ero ragazzina).

 

Hai capito Sole? Stai per entrare in un mondo molto bello, noi ti aspettiamo con trepidazione ed amore, la natura è fantastica, le risate aiutano a stare al mondo, l’arte ci dà i colori e i sogni li appendiamo per correrci dietro e spiccare il volo. Insomma, ti aspetto o Sole mio, con tutta la gioia nel cuore per questa tua straordinaria venuta e non vedo l’ora di condividere con te tutta la bellezza e l’amore che ci circonda.

 

A presto bimbo mio! Per intanto è bellissimo comunque dondolarci insieme, e dormire insieme, e sentirci muovere reciprocamente! Adoro averti dentro di me, e cosa ancor più straordinaria, averti fuori!  Ora non riesco a smettere di scrivere, è una sensazione bellissima, sono sulla spiaggia al tramonto col sole già calato, non c’è quasi più nessuno, e una brezza calda e rinfrescante al tempo stesso mi muove i capelli, l’abito, e il tessuto indiano steso sul lettino, il mormorio del mare accarezza le mie orecchie col suo dondolio rassicurante, e al tempo stesso la brezza fa muovere i lembi del mio ombrellone, ancora aperto e unico, in mezzo a tutti gli altri già chiusi (poichè ci sei tu dentro di me è la prima volta che ho preso l’ombrellone fisso!), e qualche altro rumore di voci si mischia, bimbi che giocano, musica del bar poco più in là…. E’ una sinergia meravigliosa di sensi e sarà bello quando ti porterò qui e fra qualche anno ti farò leggere queste righe che scrissi con te , nella stessa magica atmosfera della spiaggia estiva a fine giornata. Ma che bello che la mia mamma – e la tua nonna – sia nata qui a viserba e noi possiamo alternare la vita di mare alla vita di città! Che fortuna anche in questo, hai visto? E sappi che sto scoppiando di felicità e di gratitudine da tutti i pori, e sì lo so che lo sai, perché sei dentro di me ed io ti passo tutto!! E quindi, festeggiamo insieme! Ti abbraccio forte Sole mio, ti aspetto e ti amo, Grazie per aver scelto di venire giù dal cielo per stare con me! A prestissimo!!

 

 

 

 

 

 

 

 

181. A Roma per l’arte con Sole!

Che periodo intenso! Oltre alla mia priorità, quella di portare avanti al meglio la mia straordinaria gravidanza (anche se non li dimostro ho con orgoglio 55 anni!!), godendo ogni secondo di questa esperienza entusiasmante e informandomi abbondantemente su ogni cosa necessaria, sto portando avanti anche la mia attività artistica, sia con mostre che con la produzione di nuovi lavori. In questo periodo d’oro sta accadendo tutto ciò che mi rende felice e devo anche ringraziare per l’ottima salute con cui sto passando questa gravidanza, che non mi dà problemi ma solo gioie (sì ammetto la stanchezza è tanta e dormo un casino, ma per il resto va benissimo, nemmeno le nausee ho avuto!)

 

A Maggio c’è stata una mini-rassegna di miei lavori al MACRO di Roma, in più date: il 3 maggio con un #Talk di approfondimento sulla mia pratica artistica per la serie Autoritratti, con la proiezione di miei video in dialogo con la bravissima curatrice Maura Favero che ringrazio (potete sentire la registrazione completa qui), accompagnato dal debutto italiano, dopo la Premiere di Parigi, del video The Finger and The Moon #6  proiettato sul Maxischermo del Museo;  il 7 maggio, invece la proiezione del pluripremiato video YOU’RE OUT!  proiettato come parte della rassegna #videodelgiorno  che il Museo Macro Asilo dedica alla videoarte.

 

E sempre a maggio il mio video YOU’RE OUT!  era in visione alla 34esima edizione del festival berlinese Black International Festival  al Rathaus Schöneberg di Berlino e ha vinto il premio come “Best film/video in the Fine Arts Discipline” e ne sono stata molto felice, anche perchè questo video è nato ed è stato realizzato in quella città.

A Berlino non sono andata, si sovrapponeva con le altre cose e in gravidanza era davvero era troppo fare tutto, ma a Roma sì!

 

E’ stato bellissimo andare a Roma, io e te, Sole (ma ancora lo sapevano in pochi!!!), e stare un paio di giorni per visitare mia cugina col suo bimbo nato da poco (sei mesi prima di te!!), vedere amici cari, e fare il talk, cosa che di solito, e tanto più stavolta, mi diverte molto.

 

Il viaggio si è rivelato un po’ stancante fra taxi treno taxi +valigia che ho cercato di fare microscopica, date le mie condizioni, ma comunque un po’ di cose le ho dovute mettere dentro, e sono arrivata davvero ko.

 

Certamente, le stanchezze che si sentono in gravidanza non eguagliano quelle di nessun altro periodo! Ma metti la soddisfazione di fare un talk in pubblico, insieme a te o Sole mio? La vertigine di stare vivendo l’esperienza più forte possibile, quella del crescere una persona nel proprio corpo, sentendosi magici, e al tempo stesso condividere il mio lavoro, che è la mia storia, ciò che amo e che anche mi identifica, mi ha fatto sentire i brividi del piacere e il culmine della felicità. E’ stato un pomeriggio bellissimo e il dialogo con Maura Favero più la visione dei video ha funzionato davvero bene e so che anche il pubblico, seppur un po’ sparuto come capita spesso purtroppo nei Musei, ha molto gradito sia per il divertimento che per le riflessioni (ascolta la registrazione completa qui).

 

 

LIUBA e Maura Favero al MACRO di Roma, aprile 2019

 

 

Non sono rimasta a Roma invece per la presentazione dell’altro mio video perchè mi sono scapocollata a Milano in studio e dalla sarta per finire di preparare lo speciale abito per la nuova performance a sorpresa che stavo preparando per la Biennale di Venezia che era alle porte! Sì, un po’ stanca, ma sono molto felice e mi diverto un mondo e Sole mi dà un’energia magnifica, siamo proprio una bella coppia noi due!!!!

 

E nel prossimo post vi racconto cosa ho fatto a Venezia con la performance… un vero e proprio coming out!

 

 

179. Che regalo straordinario!!!

E’ ufficiale, sono felicissima!!!!!!!! Ci sei!!!!!! Sei qui sotto, attaccato a me, e ciò che sento è una gioia profonda, un calore che emana e un amore bellissimo!

Sole!!!! C’è Sole qui con me!!! Non sto nella pelle dalla felicità!!!  Grazie mamma, so che in questo dono ci sei anche tu!

 

Ora sono troppo piena di gioia, e ci voglio andare cauta, non riesco a scrivere di più, sto godendo e assaporando questo miracolo. Dio è potente!! Oggi ho rifatto le beta: più di 5000!!!

E l’emozione straordinaria di quando le ho fatte le prima volta l’altro giorno, proprio il primo febbraio, il giorno del mio compleanno!!!!

 

Ma che regalo straordinario!!! Ho provato una gioia esorbitante e mille farfalle hanno volato fluttuando e ridevo come avessi bevuto 70 bicchieri di champagne in un secondo!

Eccovi la foto che ho scattato in questo giorno memorabile! Con la foto della mia mamma dietro, perchè il suo aiuto è stato fondamentale, facendo la postina dal cielo per spedirmi giù Sole!

Che cosa straordinaria!! Che dono!!

 

Un GRAZIE IMMENSO, immenso, alla Vita e a tutti, tutti coloro che sono stati e sono con noi in questa meravigliosa avventura!

 

 

La mia faccia inondata di felicità appena saputa la notizia, immortalata con la foto della mia mamma, che mi sta vicino in questa impresa ❤️

 

 

 

177. La camminata metaforica del primo gennaio al Faro

Eccomi tornata da Ischia, ritemprata dalle vacanze, dall’aria, dalle terme, e pronta, anzi avendo già cominciato, LA grande performance di quest’anno, che per ora è un segreto per tutti. E non lo dico per non disperdere quella energia meravigliosa che trattengo dentro di me nel decidere e nel cominciare ad attuare questo grande progetto.

 

Sento di dover scrivere ciò che mi è successo a Ischia il primo gennaio – data che per me ha una simbologia particolare per il buon auspicio di tutto l’anno – perchè è  una cosa molto bella, e l’ho vissuta come una metafora di ciò che che potrà accadere e che quindi accadrà.

 

Il primo gennaio dunque, ho avuto l’istinto di andare a vedere il panorama (era una giornata di Sole da favola) al faro di Punta Imperatore, passeggiata di trekking che mi avevano consigliato, anche se ero piuttosto raffreddata ma avevo molta voglia di camminare, mentre invece Mario ha preferito stare al sole sulla spiaggia, e quindi sono andata da sola. Quel giorno fra l’altro avevo dimenticato in albergo il telefono – che segno denso di significato! – quindi dovevo tornare alla vecchia maniera: chiedere informazioni alla gente per l’itinerario da seguire.

 

Comincio inerpicandomi su una stradina nascosta sul lato della montagna, partendo dalla spiaggia di Citara, e mi trovo sotto a un tunnel di rampicanti fioriti dai colori rosso rubino meravigliosi. Poi mi perdo un po’ e mi trovo nei grovigli di strade pensili di un resort, nel quale vengo attirata da qualcosa che si muove: mi avvicino per chiedere informazioni e vedo che si tratta di una grande gabbia piena di pavoni e di colombe. Ma che bellezza!! Pavoni maschi, di colori strabilianti – quel blu cangiante unico che ti domandi come può la natura produrre tanta bellezza su un animale – che sono stata in estasi piena a contemplare, e tanti colombi bianchi. Davvero la bellezza illumina e guida il mondo, e cosa non è più simbolico e di buon auspicio per il primo dell’anno, che la bellezza rara e mozzafiato dei pavoni, e la semplicità densa di significato dei colombi bianchi?

 

Bene, siamo appena agli inizi del cammino, e piena di bellezza nei sensi e nei pori, proseguo ed esco dal resort sullo stradone di Cuotto e salgo sino al bivio dove comincia la stradina per il faro. Fortunatamente ci sono delle indicazioni per Punta Imperatore, quindi so con certezza di aver preso il bivio giusto.

 

La strada, asfaltata in mezzo a casette abitative sulla costa della montagna, si inerpica dritta e deserta. Nessuno in giro. Solo una macchina, che devo lasciar passare scostandomi. E’ il primo dell’anno.

Ci sono molti bivi e nessuna indicazione adesso. Devo andare ad intuito, perchè non ho il telefono, e ciò mi piace. Scelgo di andare in direzione del mare, e verso l’alto. Mi inquieto improvvisamente. Penso che posso perdermi fra le case ( la stradina è lunga e faticosa perchè è molto in salita) e poichè non c’è nessuno in giro mi rendo conto di essere vulnerabile. Ma recupero il mio coraggio e proseguo. Il “coraggio” è il cardine simbolico di questa storia, poichè il mio cammino era anche metaforico e ne ero consapevole: intraprendere una strada da sola, impervia e non battuta, per arrivare a godere la ricompensa di un panorama mozzafiato (chi ha orecchi per intendere intenda).

 

Ma intanto il faro non si vedeva, camminavo nelle stradine deserte con il naso che gocciolava per il grosso raffreddore, respirando male e facendo ancor più fatica, e non potevo chiedere a nessuno le indicazioni perchè non c’era anima viva. Però proseguo, stanca e decisa, prendendo i bivi ad intuito. Giungo alla fine della strada asfaltata. Il faro e la cima della montagna non li vedo.

 

Come direzione scelgo il cielo ( se devo arrivare al top della montagna devo proseguire verso l’alto) e mi inerpico su un sentiero mal ridotto e deserto, impervio, di cactus e rocce. Penso che se cado non posso telefonare a nessuno. La salita si fa scoscesa. Giro intorno alla montagna e finalmente scorgo il mare dall’altro lato, e mi godo il panorama. Ma è sempre deserto e impervio, come se fossi su una strada sbagliata. Possibile che non ci venga nessuno a fare questa passeggiata?  E poi non vedevo il faro. Non posso tornare indietro ora. Vedo tutto il mare verso ovest, infinito. Ma non vedo i tre lati dell’isola.

Allora seguo, questa volta scendendo, dei gradini fra le pietre e le piante, poichè ero al top del sentiero e si poteva procedere solo scendendo. Chissà dove porta. E dopo una serie di curve scoscese mi trovo finalmente sullo spiazzo esterno della roccia, sotto di me vedo il faro e, attenta a non cadere nel dirupo, vedo il panorama più bello possibile del mare e dell’isola, alla mia sinistra, davanti e alla mia destra. Vedo S. Angelo col suo promontorio, vedo Capri e Sorrento, vedo le isole di Ponza e Ventotene, vedo tutta Forio e al di là Pozzuoli, vedo tutto il blu più limpido e terso di cielo e di mare che mi entra dagli occhi nel cuore e nel profondo dell’anima, beandomi di questa ricompensa mozzafiato, e fiera di aver superato fatica, paura, indecisioni. Mi sentivo la regina del cielo su quella roccia e, quasi gesto animale di impossessarsi del territorio, feci la pipì al vento, proprio nel mezzo.

 

Che primo di gennaio straordinario! E che magnifico invito a non lasciarmi prendere dai dubbi, dalle paure e dalle fatiche, per arrivare al meraviglioso obiettivo scelto. E questo è ciò che di buon auspicio questo avvenimento, che ho raccontato dettagliatamente perchè è estremamente metaforico in ogni suo particolare, mi regala per il cammino difficile che ho intrapreso ora: la ricerca da sola di una gravidanza alla mia età non più giovanissima e con le difficoltà incognite delle cure, ma proseguo col coraggio e l’amore della bellezza estrema di tutto ciò, del cammino faticoso che porta a una gioia piena, se sarò onorata di avere il regalo di un figlio. E con questa convinzione e bellezza nel cuore, dal 5 gennaio, secondo quanto precedentemente programmato, ho cominciato il trattamento ormonale, le punture di eparina e tutto ciò che occorre per questa avventura del nuovo anno.

 

Chiedo alla mia Buona Stella di amore di starmi vicino e aiutarmi a superare tutto e ad arrivare al Faro. E già pregusto la bellezza di questa visione e di questa avventura, attenuando i dubbi e relativizzando – dandogli poca importanza – le paure.

Ho davanti agli occhi la bellezza sublime di quando ero sopra al Faro di Punta Imperatore e bevevo di gioia un panorama di miracolo divino, di cui non ho parole per esprimerlo ma solo gioia, gratitudine e felicità. E so che sarà lo stesso, ma centuplicato anche per il mio immenso progetto.