58. Le foto del laboratorio “Corpo, performance, conoscenza di sè”

Ho caricato le foto del corso di performance che ho tenuto all’Associazione Culturale Geart lo scorso settembre, qui nel borgo delle Ronchesane dove abita Danusia e dove sono ancora adesso (vi avevo scritto che ero venuta per le feste del Capodanno Celtico nel post precedente! (leggi).

 

Le foto le avevo fatte con la macchina di Danusia e la cartellina è rimasta qua ad aspettarmi, visto che Dani non ama aggeggiare col computer e d’altronde non c’era fretta di archiviarle. Le foto le ho fatte ogni tanto nel corso, in pochi momenti, perché generalmente ero concentrata su ciò che stavamo facendo. Per cui non vedrete le diverse fasi del corso, ma solo qualche spiraglio. Sono riuscita a fare abbastanza foto invece durante la costruzione dei vari lavori: durante le performances le foto le ha fatte Danusia, poiché io facevo le riprese.

 

Intanto vi presento le nostre mascotte:  i 6 meravigliosi cuccioli di Trilly davvero adorabili e indimenticabili (già ora i cuccioletti non ci sono più perché sono stati tutti adottati, è rimasta Trilly che è un cane che adoro (mentre di solito io sono una gattara) e mi accompagna sempre a fare lunghe passeggiate, mentre ora che sto scrivendo russa sul divano facendo ogni dieci minuti puzzolenti scoreggine …

 

 

 

Ed ecco qualche foto del laboratorio:

 

Il caro Alfredo in un atteggiamento inequivocabilmente meditativo …
Nadia in incubazione nel paesaggio …

 

 

Daniele che desiderava l’ “upside down” per tutto …

 

 

Danusia che nutre le piante … e tutti noi …

 

 

 

 

La preparazione della performance di Daniele è lunga e laboriosa …

 

 

 

 

Cominciano le performances…..

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giada partecipa come performer al progetto di Alfredo …e poi abbraccia i cucciolotti! …

 

 

 

 

 

per vedere più foto guarda la pagina facebook dell’evento: 

 

 

57. Il Capodanno Celtico sull’Appennino Bolognese

Dopo un paio di mesi veramente pieni densi laboriosi faticosi diciamo pure stressati seppur felici, dove ti sembra di boccheggiare a volte dall’ansia delle cose che devi fare e da quelle che aspettano di essere fatte, dove come al solito ti trovi a gestire in contemporanea diverse identità, ruoli e profili, per far quadrare tutte le esigenze della vita quotidiana, artistica, familiare, personale e sociale (…ora posso prendere il respiro…) approfitto del ponte lungo per andare dalla mia cara amica Danusia sugli Appennini e fermarmi là alcuni giorni, in questo luogo che ho visto nascere e che ora è una bella associazione culturale e comunità di persone che vivono nel borgo di pietra in mezzo alle colline e ai boschi. Sono venuta qui per la festa delle streghe e il capodanno celtico, ma soprattutto per vedere gli amici e respirare, e fermarmi in pace per alcuni giorni.

 

Si sente che la bella stagione è finita, e con lei i raccolti e con lei le uscite e il riversarsi esplodendo fuori, e comincia il tempo in cui aggrovigliarsi nel calore della calma e della riflessione, rannicchiandosi davanti al fuoco e aspettando di maturare il seme per una nuova primavera.

 

Forse per la prima volta sto apprezzando questo tempo dell’anno che spesso considero il più triste e novembre il mese che meno sopporto, col suo bigio e grigio, e con la sua inarrestabile discesa che porta altro freddo e altro buio. Invece ora la sto vedendo da un punto di vista diverso, godendo di questo malinconirsi della natura e di questo chetarsi delle cose, in preparazione al ventre dell’inverno. Sento la poesia del ritrarsi della natura e ne seguo le sue orme, sintonizzandomi sul ritmo meditativo dell’autunno e dei suoi colori tenui seppur caldi.
Oggi leggevo qualcosa in più sul capodanno celtico, domandandomi perché i celti mettevano l’inizio dell’anno  in un momento non di rinascita ma di discesa … e ho capito la simbologia del ritirarsi per l’inizio dell’inverno e in questo vuoto del ritirarsi è insito il potere che creerà il prossimo fiorire, e da questo declinare nasce la forza del nuovo e così comincia per i celti, comincia proprio qui il nuovo anno.

 

Sto facendo passeggiate, condivisione, natura e lavoro, con calma e pace. So che questi sono un po’ anche i miei luoghi e so che prima o poi anch’io avrò una casa in campagna. Più cresco più il mio bisogno primario è respirare bene e vedere belle cose davanti agli occhi. Ora ho ancora bisogno di viaggiare parecchio prima di sistemarmi una fissa dimora  – poiché quella di Milano, seppur carina e a poco a poco plasmata sulle mie energie,  è una casa che considero di passaggio e non nel luogo dove vorrei mettere radici – ma quando, mi dico, è necessario mettere radici? e se le radici sono nel mondo tutto intero? la risposta ancora non la so, perché sono sempre in balia di queste doppie esigenze e predisposizioni: al viaggio e allo stare, al muoversi e al restare, al movimento e alla quiete.

 

 

 

La casa di Danusia, in una foto estiva…

 

52. Ripresa lenta …

Riprendo a scrivere nel mezzo del laboratorio creativo e di performance che sto tenendo da Danusia, nel borgo in collina.
Ho lasciato in vacanza il diario o meglio non l’ho portato e mi sono fatta un’estate di super riposo senza niente, o molto poco, di artistico e creativo. (Nonostante i miei propositi e  diversamente da tutti gli altri anni!!).
Ho vissuto gli affetti, la famiglia l’amore e gli amici, ho dato al mio corpo riposo e ozio, bagni e sole, amaca e libri, e non mi sono sostanzialmente mossa da Viserba, avendo voglia di riposo e di stanzialità dopo un anno in movimento in diversi luoghi del mondo. E il non far niente mi è pure piaciuto (ci sono momenti che sono super attivista e non mi fermerei mai …) ed è diventato pure contagioso, quando l’aria calda ti culla e ti riprometti di fare qualcosa ma invece ti dondoli senza far niente sull’amaca della terrazza a vedere il mare e il cielo, e tutto diventa distante e irrilevante.

 

Però ora ho ripreso con voglia e divertimento ad occuparmi dei miei progetti, a pensarli, a programmarli, a coinvolgere persone, a ricollegare i contatti. Devo riconoscere che ancora non riesco ad entrare nella dimensione creativa del montaggio del video del lavoro di Brema, a cui mi ripropongo da quest’estate di lavorare. Non mi viene voglia di farlo e proprio non riesco a cominciarlo … mi ci metto, apro il programma,  ma poi mi metto a fare i solitari al computer o surf sul web ogni tre secondi, perché non so da che parte girarmi tra le varie riprese e non ne ho voglia e non riesco concentrarmi e a tuffarmi nel pieno del lavoro (ma d’altronde coi video ho un rapporto così: fatico al massimo all’inizio, non riesco a raccapezzarmi tra tutto il girato, i tagli, i pezzetti, i diversi punti di vista, le possibili mille strade che potrei prendere, e come una lumaca provo ogni strada e segmento, ogni secondo, e provo e riprovo rigirando la materia grezza delle riprese mille volte in lungo e in largo, e ci metto a volte mesi in questa fase, e ogni volta sudo sette camicie. Però poi finisce sempre che entro totalmente nel lavoro, e allora comincio a divertirmi e ad emozionarmi, e anzi è solo in questa fase che riesco a dare forma al video e a imprimerlo delle mie emozioni..e allora mi diverto, e riesco a lavorare come una matta senza scollarmi da lì per tutto il giorno e tutti i giorni.

 

Per fare bene questo però non devo essere distratta da nient’altro, mentre invece le cose da fare per un’artista oggi sono così tante che non ve lo potete immaginare! … Così ho deciso di trovare un’assistente e ho messo un annuncio e … mi è arrivata una valanga di curricula, persone, proposte, entusiasmi, e ancora sono qui a scegliere i collaboratori e a provare alcune cose con diversi di loro. Ma mi sto divertendo un mondo! Sto creando un dream team … e so che l’unione fa la forza!

 

Per ritornare al laboratorio di performance che ho tenuto sulle colline nel borgo abitato da Danusia e da Elena, è stata un’esperienza intensa e di molta soddisfazione. Gli iscritti al corso erano pochi ma molto motivati, anzi moltissimo. Ed essere in pochi ha recato anche molto giovamento al rapporto esclusivo che si è instaurato fra noi. Non è che ora vi descrivo il corso – la prossima volta dovreste venire anche voi!! – però vi vorrei dire che con questo laboratorio ho cominciato una serie di corsi specifici sulla creatività e la performance di cui sono molto soddisfatta, perché mi rispecchia fedelmente e perché è qualcosa di unico e personale.

Ho fatto moltissimi laboratori creativi in passato, ho lavorato per il Comune di Bologna, e più ancora per il comune di Milano quando, animatrice negli allora C.T.S. (Centri Territoriali Sociali), il mio lavoro era fare laboratori creativi per utenti di ogni fascia di età. Ho lavorato con bambini, giovani, adulti e anziani, e facevo laboratori di pittura per adulti e giovani, laboratori di scrittura creativa per adulti e anziani, fiabe, pittura teatro per bambini, quest’ultimo laboratorio fatto anche sulla spiaggia di Viserba per un paio di estati (ed è stata una pacchia: ci siamo divertiti un mondo, mi pagavano benissimo, e lavoravo solo il pomeriggio … ).

 

Ora però ho sentito il bisogno di costruire e cominciare un laboratorio specifico sulle competenze che ho acquisito durante il mio cammino artistico e umano, e così mi sono confezionata un corso dove cerco di racchiudere molti anni di esperienze in diverse direzioni: dal lavoro sul corpo, il respiro, la meditazione, al lavoro sul sè, alla progettazione/gestazione delle idee alla realizzazione, alla performance multimediale … Ho visto che è un laboratorio che mi permette di fare un po’ come la maieutica di Socrate, e lavorare su sè stessi, sulla creatività e nella natura, credo che sia una ricchezza che oggi come oggi ci è molto preziosa. E andrò avanti in questa direzione, facendo in futuro molti altri laboratori di questo tipo (ehi se lo volete anche voi dovete solo invitarmi … ).

 

Appena Danusia me le manda (perché mi ero dimenticata il caricatore della mia macchina fotografica e ho dovuto fare le foto con la sua macchina!) vi metto qui alcune foto del laboratorio. Ciao e baci a tutti.