46. Evviva! Milano cambia rotta!

Evviva! Sono rientrata a Milano in tempo per votare al ballottaggio e c’è un grande entusiasmo perché Pisapia ha vinto! Credo che siamo tutti stufi strastufi di Berlusconi e delle sue magagne e di vedere e sentire un’Italia che va a rotoli, dove l’immaginario veicolato da media e persone è da parecchi anni sempre in discesa ed è dei più bassi di quelli che ho mai visto. E’ da 18 anni che Milano non cambiava rotta e finalmente sto sentendo in città nuovi fermenti e nuove potenzialità che si sono e si stanno risvegliando.

 

Se devo essere onesta, devo dirvi che non ho mai amato molto Milano. E nemmeno la considero la mia città, dato che sono stata concepita in Russia (da genitori italiani, babbo milanese e mamma romagnola), poi nata a Milano, poi andata da piccolissima a Rimini (Viserba) con mia mamma mentre mio padre è tornato a lavorare in Russia, poi siamo andati anche noi in Russia (precisamente in Baskiria, vicino a UFA, sapete che non ci sono più tornata, ma prima o poi lo farò, è tanto che ci penso!).
Poi quando avevo 3 anni siamo tornati a Milano, e lì ho fatto le scuole, liceo compreso. Ma è andando a Bologna che ho cominciato ad aprire gli occhi e a svegliarmi, e a vivere davvero (fino alla maturità ero un po’ allocca e tontolona – beh, forse lo sono ancora!) e la vita da studentessa al DAMS fine anni ’80 – ’90 è stata esilarante, divertente, ricca di nuove conoscenze, sia interiori che esteriori, mi si è spalancato un mondo è ho amato profondamente quella città.

 

Ho abitato a Bologna 13 anni, innamoratissima di quei luoghi, e lì ho cominciato a fare l’artista avendo lo studio in una casa occupata da  artisti (la famosa Via Irnerio 53!), e ho cominciato a sognare, a sognare di cambiare il mondo con l’arte, a sognare di opporsi a un modo di vita stereotipato che non ci piaceva … lottavamo per opporci a una società che spesso è basata su valori di profitto, interesse, delitto e censura, volevamo trovare un percorso di vita che fosse compatibile con i sogni e con i desideri della più profonda natura umana …
Considero Bologna come la palestra dove ho fatto i primi passi nell’arte, e ringrazio questa città che in quegli anni aveva un sacco di locali e spazi  dove i giovani artisti potevano esporre e dove potersi mettere in gioco (dico sempre, a chi me lo chiede, che la cosa più importante nell’arte, come in qualunque disciplina, è fare, fare, fare, scoprirsi, mettersi in gioco, e imparare dal proprio fare, dai commenti e dagli errori).

 

(Mi è venuto un flash, ho pensato a tutto ciò che abbiamo fatto a quei tempi, tutta la documentazione che ho, che allora era solo cartecea, con inviti, foto, programmi, testi, video VHS, e che sarebbe un lavoro doveroso digitalizzare tutto, ma ci vogliono anni dove si fa solo questo (sempre più necessitano gli assistenti!) … non riesco a stare dietro nemmeno ora alla documentazione di tutto ciò che faccio … !).

 

Vabbè, vi parlerò un’altra volta di tutti i miei anni bolognesi, mi sento ancora commossa a pensarci, è stato un periodo bellissimo, seppur spesso faticoso (anche perché non avevo una lira, come tutti noi studenti-giovani artisti, e lì ho imparato mille artifici su come vivere bene e spendere pochissimo, che ogni tanto sono ancora utili … ).
Nè vi parlerò di quando verso il 2000 sono rientrata a Milano, di come è stato duro l’impatto con questa città, venendo da Bologna (ed essendo di matrice romagnola, come vi ho già scritto), abituata a uno stile di vita underground e alternativo, abituata ad essere in comunità di artisti dove ci conoscevamo tutti e dove, poi ho imparato e scoperto, mettersi in gioco non era un rischio, perché eravamo tutti nello stesso mondo.

 

A Milano trovai il mondo che stritola, l’ingranaggio dove o stai dentro, imprigionato, o ne stai fuori, e sei un emarginato. Ho fatto fatica con tutto, anche con l’arte, anche se la sofferenza che ebbi i primi anni in cui tornai in questa città ha prodotto parecchi lavori (sono di quel periodo le serie delle Mummie Vincenti , Polypolis, Via d’Uscita … ), unico modo per me di sentirmi viva e di reagire al sentirmi soffocare.

 

 


LIUBA, Polypolis, metro Brussels, 2000-2001, analogic photo from video of performance, cm 70×100

 

LIUBA, Le Mummie Vincenti, 2000, analogic photo from video of performance, cm 100×70

 

Sì, perché a Milano mi sono sempre sentita soffocare, e non vi sto a dire, in tutti questi anni quanto ci ho pensato sulle cause, i problemi e i difetti e i perché. Sicuramente so che da quando sono rientrata a vivere a Milano riuscivo a sopportarla se ci stavo poco: e così, con una casa avuta in dono che è diventata il magazzino dove si accumulano le mie cose, ho cominciato a muovermi a più non posso per sopravvivere, facendo lunghi periodi a Bologna e Rimini prima, e cominciando ad andare spesso all’estero poi.
Ma sempre quando sto a Milano più di una settimana mi sento soffocare, e sento solo l’adrenalina di questa città, che diventa adrenalina dentro il mio corpo, e faccio fatica a meditare, rilassarmi e pensare profondamente come invece faccio altrove (per questo aspetto la Romagna è il mio rifugio creativo e meditativo).

 

Dopo complicati ragionamenti frutto di anni di riflessioni sono pure arrivata ad ipotizzare che la mancanza di ossigeno nell’aria orrenda di Milano faccia sì che i nostri respiri siano più piccoli, superficilai e leggeri, e che l’ossigeno incamerato sia molto poco, e così la profondità del respiro, che è profondità di meditazione e connessione col centro dell’esistenza, è seriamente compromessa per tutti. Io lo vedo su di me molto bene, perché quasi ovunque respiro meglio che a Milano ( e a New York è stata la prova del 9: anche lì è meglio che a Milano … !) e quindi mi sento meglio.
Inoltre, poiché sono, per mia gioia e dolore al tempo stesso, un’antenna che percepisce ogni vibrazione e ogni molecola di energia che vibra nei luoghi e nelle persone che incontro, spesso mi sono trovata circondata, a Milano, da energie sfibranti, stressanti, soffocanti. Ed era la città che le creava, perché se poi vedevi la singola persona altrove, era molto diversa.
Ecco perché ho cominciato ad andare e venire sempre più da questa città, senza però mai riuscire a staccarmi definitivamente, per ora, anche perché qui abitano i miei genitori e non avendo fratelli mi sembra importante che io quando serve possa essere vicina …

 

Ma sapete che vi dico? dopo anni di tutto ciò, il mese scorso, quando sono tornata da New York, per la prima volta ho sentito delle vibrazioni positive in questa città, ho sentito fermento e pure piacere ad essere qua … per la prima volta dopo tanti anni!! Ho capito subito che qualcosa stava cambiando, che qualcosa si stava risvegliando!

Poi c’è stato l’entusiasmo con cui chiunque conosco ha vissuto questa campagna elettorale, non credendo vero che in questo grigiume forse potesse cambiare qualcosa, e tutti allora con entusiasmo a fare e a parlare, come non si vedeva dai tempi dei tempi …
E so bene che per molti, come per me, queste elezioni non erano una questione ‘politica’ di seguire un partito o un altro, ma una questione di valori: cercare di veder realizzati dei valori in cui crediamo, ossia il rispetto e l’uguaglianza, la tolleranza, la difesa dei deboli, la cultura, il benessere inteso come attenzione all’ambiente e alla qualità della vita. Nessuno ne poteva più di sentire che i politici che ci ritrovavamo governavano a suon di cemento e di battaglie personali, di intolleranza e di chiusura, di polemica e interessi …

 

E sono molto orgogliosa che Milano abbia finalmente cambiato rotta, come se una cortina di ferro cominciasse a squarciarsi e finalmente si possa vedere un cielo.
Perché questa città, per me che viaggio molto e vedo le differenze, ha bisogno di diventare davvero una metropoli come sono adesso le grandi città del mondo, e non restare paralizzata in uno schema piccino e gretto, dal quale moltissimi, io per prima, erano sempre scappati.
Evviva Milano e i milanesi che la stanno facendo cambiare!
Ecco, dovevo dirvi tutto ciò, fa parte della mia vita normale e della mia vita di artista, e pensatene ciò che volete. Bacioni forti a tutti!

 

 

LIUBA, Polypolis Prague, 2000-2001, analogic photo from video of performance, cm 70×100

 

 

qui il link al video: “il favoloso mondo di Pisapie”

e un blob ben fatto

 

 

AGGIORNAMENTO:*

 

Ci tengo a dire che questo cambiamento che sentivo in nuce nel 2011 quando fu eletto Pisapia, è continuato ed è aumentato, rendendo Milano ai miei occhi, soprattutto dopo l’expo, una città completamente diversa, molto migliore, una città più europea, più dedita alla cultura, più aperta e più attiva. Non ci vedo più solo le ‘scatole’ che comprimono le persone, ma tanti stimoli e tante opportunità. E circa dal 2018 ho deciso di viverci più stabilmente e fermarmi, sentendola più compatibile con me come città e scegliendola fra le altre. E sono contenta di questo cambiamento, e sentirmi ora qui a Milano essere nella mia città e non aver bisogno di emigrare sempre altrove come facevo prima. Mi dispiace solo che questo cambio di rotta, e questo cambiamento tale per cui non soffrivo più a starci ma ho scelto di viverci, sia fiorito solo dopo che i miei se ne sono andati e che loro non abbiano potuto vedere il mio stabilirmi qui, loro che non avrebbero desiderato altro che io mi fermassi stabilmente a Milano, per avermi più vicino.

 

*aggiornamento scritto il 12/12/21