THIS IS THE BEST ARTWORK – Il libro è pubblicato – 2023

THIS IS THE BEST ARTWORK è un libro fotografico/narrazione dell’artista LIUBA edito da Campanotto editore nel 2023.

 

This is the Best Artwork racconta la storia di una gravidanza a lungo desiderata ed arrivata come un dono in età avanzata, dopo circa 30 anni di carriera dell’autrice come artista.A raccontarla è LIUBA stessa, utilizzando come filo conduttore le immagini dell’omonima performance realizzata a sorpresa nel 2019 all’opening della Biennale di Venezia: con un suo procedere tipico, LIUBA ha infatti mischiato i confini tra la vita e l’arte, mettendo in scena un’azione performativa tra i Padiglioni dell’importante evento veneziano, rivelando la sua gravidanza, ‘The Best Artwork”.

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REFUGEE WELCOME partecipa al 37. Black International Cinema Berlin 2022

Il video di LIUBA REFUGEE WELCOME torna a Berlino per una serie di proiezioni programmate all’interno del Black International Cinema Berlin Festival, giunto alla sua 37esima edizione.  Il Festival, sotto la curatela di Donald Muldow Griffith, ha scelto come titolo „On and On and On…“, e per due fine settimana – dal 17 novembre al 5 dicembre – presenterà una selezione di video, film e corti dedicati realizzati da autori indipendenti e provenienti da background differenti, per promuovere il dialogo interculturale e lo scambio transnazionale.

 

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QUARANTINE TRILOGY per ‘Corpi sul palco’ – 2020

QUARANTINE TRILOGY è un lavoro video performativo preparato per la maratona di performance virtuali “Corpi sul Palco Performance from home in quarantena time” a cura di Andrea Contin, trasmessa in diretta streaming sul sito www.corpisulpalco.com il 1 e 2 maggio 2020 e ora ancora visibile online in una versione web (la versione completa è stata appena trasmessa in streaming live per l’evento ed è disponibile per i collezionisti nell’edizione 3).

 

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LIUBA PERFORMANCE OBJECTS a CHIPPENDALE STUDIO (Milano) – 2018

Chippendale Studio, progetto e spazio milanese fondato dal curatore e critico LUCA PANARO, è lieto di presentare LIUBA PERFORMANCE OBJECTS con un focus dedicato alla pratica di LIUBA.

Negli spazi di Chippendale studio, oltre all’allestimento di alcune delle ultime opere realizzate dall’artista e alcuni video integrali delle sua performance, il pubblico (in numero massimo di 15 persone, su registrazione) in via del tutto esclusiva potrà osservare, toccare, indossare e manipolare gli oggetti presentati dal libro.

LIUBA e Luca Panaro introdurranno il volume LIUBA PERFORMANCE OBJECTS 

>>> per più info e registrarsi 

LIUBA ad ART PARIS 2018

In occasione dell’edizione di ART PARIS 2018 (4-8 Aprile 2018), la galleria Pascal Vanhoecke è lieta di presentare una selezione di lavori dei suoi artisti e collaboratori di lunga durata. Saranno presenti allo stand C23 anche i due video di LIUBA The Finger and the Moon  #1 e #2 e una nuova serie di polittici e sarà introdotto, in presenza dell’autrice, il volume LIUBA PERFORMANCE OBJECTS. 
Durante i giorni della fiera, il Gran Palais ospiterà una nuova performance di LIUBA, The Fingers and The Moon #6  che svilupperà ulteriormente i lavori presentati dalla galleria.

 

Potete trovare i lavori di LIUBA allo stand C23,PASCAL VANHOECKE GALERIE, presso il Grand Palais di Parigi

LIUBA PERFORMANCE OBJECTS al Museo della Città (Rimini) 2017

LIUBA PERFORMANCE OBJECTS arriva a Rimini per una presentazione d’eccezione all’interno della rassegna “Frontespizio”, una serie di incontri con l’autore promossa dal Comune di Rimini.

 

Per l’occasione, dialogano con LIUBA:

>>> Massimo Pulini – Assessore alla Cultura del Comune di Rimini

>>> Roberto Maggiori – Direttore delle Edizioni Quinlan

>>> Cristina Principale – storica dell’arte e curatrice

 

L’incontro si terrà al Museo della Città di Rimini in ​ Via Luigi Tonini, 1, alle ore 17:30.

L’ingresso è gratuito.

 

“Le venti cose fotografate da LIUBA sono da intendersi come l’occasione per riportare l’attenzione su una serie di azioni performative realizzate nel corso degli anni. La ricerca dell’artista viene così condensata mediante le forme più svariate, con lo scopo di sprigionare nuovamente i valori espressivi alla base del gesto creativo. Gli abiti e gli accessori utilizzati dalla performer, anche quando fuori dal loro contesto, continuano a comunicare la loro appartenenza, sono di fatto una presenza in assenza, un detonatore di esperienze artistiche pregresse.”​ – Luca Panaro

 

LIUBA PERFORMANCE OBJECTS all’Universtà di Bologna 2017

Il 21 marzo 2018 alle ore 11, presso l’Aula Magna di S. Cristina (Università di Bologna) si svolgerà l’incontro aperto al pubblico L’irripetibilità dell’azione performativa e il suo rimanere” , nel quadro dei corsi di Psicologia dell’arte (Dams) tenuti dal professor Stefano Ferrari, nell’ambito degli incontri organizzati da PsicoArt e dalla sezione di Bologna della IAAP – International Association for Art and Psychology.

Dialogano con LIUBA, per presentare LIUBA PERFORMANCE OBJECTS:

Luca Panaro – critico d’arte, curatore, docente all’Accademia di Belle Arti di Brera
modera l’incontro Cristina Principale, storica dell’arte e curatrice.

 

>> più informazioni

Presentazione del libro LIUBA PERFORMANCES OBJECTS al MAMbo 2.12.2017

Sabato 2 dicembre 2017  ore 18  al MAMbo di Bologna al bookshop 

presentazione del libro LIUBA PERFORMANCE OBJECTS  edito da Quinlan in edizione di 200 copie numerate e firmate.

dialogano con l’artista 

Cristina Principale, storica dell’arte e curatrice, editor per la rivista scientifica Psicoart dell’Università di Bologna e 

Mark Bartlett, ricercatore e scrittore, già professore al California College of Art a San Francisco e presso la University for the Creative Arts in Inghilterra

 
 

LIUBA PERFORMANCE OBJECTS in anteprima a BOOKCITY (Milano)

Siamo felici di annunciare che è finalmente disponibile LIUBA PERFORMANCE OBJECTSl’ultimo libro di LIUBA edito da Quinlan in edizione di 200 copie numerate e firmate.

 

LIUBA PERFORMANCE OBJECTS  sarà presentato in anteprima il 18 novembre alle ore 17.00 a TheArtChapter, la sezione dedicata ai libri d’artista al BASE a MILANO nell’ambito della rassegna BOOKCITYSaranno presenti per introdurre il volume LIUBA e il curatore Luca Panaro. 

 

 

Il volume, di cui trovate qui la scheda, si costituisce di una ventina di ritratti di oggetti utilizzati dall’artista LIUBA per compiere alcune delle sue performance.
Molto distanti dall’essere banali frammenti della vita di tutti i giorni, le fotografie ci mostrano questi oggetti nella loro concretezza, attraverso specificità formali e cromatiche. Nel guardarli, la loro funzione d’uso passa in secondo piano, rispetto alle memorie che evocano e contengono. Sono oggetti curiosi, e talvolta insoliti, accostati fra loro in una maniera apparentemente arbitraria in una successione che solletica la nostra curiosità fino alle ultime pagine del libro, con le quali ci viene rivelata la loro collocazione all’interno delle singole performance.

Un’introduzione di LIUBA e un testo critico di Luca Panaro accompagnano le immagini

 

E’ possibile acquistare LIUBA PERFORMANCE OBJECTS direttamente sul sito dell’editore, cliccando qui. 
Per l’acquisto di copie firmate da LIUBA, è possibile invece inviare una mail a  officeliuba@gmail.com  con una breve presentazione e i propri dati, specificando l’indirizzo al quale si vuole ricevere il libro.

 

VIDEO SUI RIFUGIATI DI LIUBA a Rimini

venerdì 28 luglio ore 21.00 a Liupirogi e Pagiopa (Viserba di Rimini) Rifugiamoci con Arte, una serata di screening dei recenti lavori che l’artista LIUBA ha dedicato ai rifugiati, esplorando idee di accettazione, integrazione e rispetto.

 

1. R E F U G E E S  W E L C O M E –  Proiezione video (2013-2016, durata17’05”)
2. Y O U ’ R E O U T – Proiezione video (2014-2016, durata 12’54”)

 

La serata si conclude con la performance partecipativa di LIUBA​ With no time a cui il pubblico è invitato a prendere parte.

In occasione dello screening, verrà presentata l’edizione a tiratura illimitata dei due video, in una speciale confezione composta da chiavetta usb e poster con le informazioni sul progetto on-going di LIUBA (30 €). Il ricavato della vendita sarà devoluto direttamente ai rifugiati.

Evento facebook 

Mostra all’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo

I miei video coi rifugiati e relativa installazione di poster dell’edizione a tiratura illimitata sono in mostra all’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo, nell’ambito della mostra collettiva ‘Italia Moderna Reload 017’ a cura di In-Art, (Guglielmo Greco Piccolo and Damian Killeen OBE).

 

pressrelease

 

 

 

Recensione di CRISTINA PRINCIPALE su EXIBART

Ringrazio Cristina Principale per la bella recensione che ha scritto sulla mostra personale e performance partecipativa che ha inaugurato il 9 aprile alla Galleria Marconi di Cupra Marittima (AP).

 

 

“Immaginate di camminare per le strade di una città con la vista inibita da un paio di occhiali completamente oscurati e di fermarvi poi in silenzio entro i confini stabiliti di un perimetro al di là del quale c’è un pericolo mortale… immaginate di rispettare il silenzio in attesa di una rivelazione… e aprendo gli occhi di ritrovarvi in una galleria d’arte, “accecati” da un bagliore intellettuale.

Siete a Cupra Marittima in provincia di Ascoli Piceno dove Galleria Marconi e Marche Centro d’Arte ospitano la rassegna “Di versi diversi?” e giunti al quarto appuntamento presentano la personale e un progetto performativo della videoartista e perfomer LIUBA. La mostra si intitola Guardando Oltre  e la performance collettiva partecipativa Tiresia Marittima, presentata nel giorno del vernissage ad aprile scorso. (…) 

 

LEGGI L’ARTICOLO ONLINE

 

 

Mostra personale e Performance partecipativa alla GALLERIA MARCONI

La Galleria Marconi di Cupra Marittima domenica 9 aprile alle 18.00 presenta Guardando oltre personale di LIUBA, mostra che si avvale del contributo critico di Valentina Falcioni. La mostra è organizzata da Galleria Marconi e Marche Centro d’Arte.

LIUBA alla Galleria Marconi, oltre alla personale Guardando oltre, presenta una nuova performance collettiva partecipativa urbana, intitolata “Tiresia Marittima”, al quale il pubblico è invitato a partecipare. A coloro che parteciperanno alla performance verrà rilasciato un attestato di partecipazione autografato dall’artista.

 

La personale di LIUBA è il quarto appuntamento della rassegna Di versi diversi?, che accompagnerà la Galleria Marconi durante la stagione espositiva 2016/2017. La Galleria Marconi si trova in c.so Vittorio Emanuele II n°70 a Cupra Marittima. La mostra potrà essere visitata fino al 6 maggio 2017 con i seguenti orari: lunedì – sabato 16.30 – 19.30.

 

dal 9 aprile al 6 maggio 2017

 

 

 

 

 

 

 

 

Lancio edizione video rifugiati a BERLINO e performance

martedi 17 gennaio alle ore 20.30
presso Image Movement a Berlino

 

MOVES#135 LIUBA 
Video Edition launch | Performance 
17th January 2017, 8.30PM

 

Performance – and video artist LIUBA returns to Image Movement for the launch of her publication »Refugees welcome« / »You’re out«.

Video-works of participative performances she realised with Refugees people in Berlin over the last two years are carried on an USB-wristband special unlimited edition wrapped-up in a newspaper–sized original poster.

 

In her work practice LIUBA is collaborating with anthropologists and sociologists for site-specific projects. Her research is based on the analysis of contemporary society, investigating contradictions and social problems of daily life. Her work has been presented in many exhibitions, including Venice Biennial, The Armory Show New York, PAC Milan, Art Basel, or Scope London.

 

The projects »Refugees welcome« and »You’re out« are in her series of participative performances made with Refugees living in Berlin.

At Image Movement LIUBA will perform a new version of the »Refugees Welcome«performance, extraordinarily decided as a reaction of the latest events in Berlin. The audience is asked to take an active part in the action.

 

Part of the proceeds of the sale of the video edition will be donated to support refugees.

Admission is free.

 

Facebook page

 

 

 

Il video di LIUBA coi rifugiati vincono ai festival internazionali

Il mio ultimo video sui rifugiati, YOU’RE OUT, tratto dall’omonima performance e da poco finito, ha avuto subito un’ottima ricezione internazionale:

 

è stato invitato all’ EUROPEAN SHORT FILM FESTIVAL di Berlino,
dove sarà ufficialmente presentato a Berlino al Babylon Cinemamercoledì 5 ottobre alle 18

programma del festival: http://film-festival.eu/index.php/festival/ 
(io sarò presente: spero di vedervi là, se siete a Berlino!)

 

è stato dichiarato vincitore come Best Experimental Film al CANADIAN DIVERSITY FILM FESTIVAL di Toronto, dove sarà proiettato al festival in marzo 2017

http://www.canadiandiversityfilmfestival.com/

 

ha vinto il Golden Prize nella categoria Concept  all’ International Indipendent Film Festival in California.

http://iifilmawards.com/Gold_Award.html

 

 

Anche il precedente video di questo progetto, Refugees Welcome, sempre tratto dalla performance omonima,

 

ha ricevuto il premio come Best Film/Video in the Fine Arts Discipline al BLACK INTERNATIONAL FILM FESTIVAL di Berlino, dove era stato presentato qualche mese fa

 

ha  vinto l’ ARFF Globe Award all’ AROUND FILM INTERNATIONAL FESTIVAL, con eventi programmati secondo il seguente calendario:

 

*** ARFF Berlin Award Ceremony // 17th of December @Acud Macht Neu
*** ARFF Amsterdam Winners Screening and After Party // 7th of January @LAB111
*** ARFF Barcelona Winners Screening and After Party // 3rd of February@Mau Mau
*** ARFF Paris Screening feat. with ÉCU International // 21th of April @ Les 7 Parnassiens

Talk di LIUBA con Luca Panaro a Milano

Nell’ambito degli incontri di presentazione di artisti che Luca Panaro organizza mensilmente a Milano a Piano C, il giorno 23 marzo 2016 ci sarà il talk dedicato a LIUBA, in cui sarà presente l’artista che parlerà del suo lavoro presentando anche brevi frammenti di video.

 

Il talk fa parte di un ciclo di appuntamenti a cadenza mensile ideati e organizzati da Luca Panaro e pensati per incontrare alcuni degli artisti più affermati che lavorano a Milano.

 

Piano C è in via Simone d’Orsenigo 18 a Milano. Il talk è alle ore 1830.

http://www.pianoc.it/eventi/parliamo-di-immagine-liuba/

pagina facebook: https://www.facebook.com/events/1680011015549924/

 

 

intervista a LIUBA su RAI 3

Sono molto felice che la giornalista Laura Troia del TG3 ha scelto di parlare del mio lavoro nel servizio su Artefiera mandato in onda al TG3 Emilia Romagna del 29 gennaio e nella rubrica ‘Costume e Società’ andata in onda su RAI2 il primo febbraio.

 

 ecco la breve intervista:

 

 

LIUBA ad ArteFiera a Bologna con MariaLivia Brunelli

Ad Arte Fiera a Bologna mostrerò, presso la galleria di Maria Livia Brunelli alcuni lavori del mio ultimo progetto su e con i rifugiati.

Sono molto contenta ed entusiasta perché amo il lavoro serio e pieno di passione che Maria Livia Brunelli porta avanti da anni e sono orgogliosa di esporre con lei.

L’opening di Arte Fiera, al quale sarò presente anche con una performance collettiva e partecipativa a sorpresa è il 28 gennaio 2016 e la fiera è aperta al pubblico dal 29 gennaio al 1 febbraio 2016.
comunicato
pagina facebook
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I video di LIUBA presentati a IMAGE MOVEMENT a Berlino, 19.1.2016

MOVES #108 ‘Video works from performances‘ è il titolo della serata dedicata a LIUBA , in cui verrà presentata una retrospettiva dei suoi video e l’anteprima del nuovo video realizzato a berlino sul tema dei rifugiati.

 

Image Movement is delighted to host an evening with LIUBA. MOVES#108    LIUBA  »video–works from performance« Screening 19. Januar 2016, 8:30 PM   MOVES#108_LIUBA_newsletter

»My art work is concerned with social, anthropological, geographical, philosophical issues, human behavior, interactivity and chance.« 

LIUBA is a performance artist living between Berlin, Milan, and Rimini.

She is collaborating with anthropologists and sociologists for her site-specific projects. In all of them she is the key actor, dropped into everyday public life, switching from choreography to change, and challenging the space and the  surrounding people to interact.

LIUBA will be present.

 

Il video ‘Refugees Welcome’ di LIUBA nel magazine FAIR PLANET.ORG 

Ringrazio Ama Lorenz, giornalista co-autrice del dossier sui rifugiati pubblicato nel 2016 nel magazine online FAIR PLANET Fair PlanetREAD, DEBATE: ENGAGE, per aver parlato del mio lavoro e del mio video nel capitolo 05.03.
Refugees Welcome, HD video, 2013-2015 ” LIUBA, the Italian multi media and site-specific projects artist dedicated one of her recent works to refugees – to their stories and to their rights. She dedicated this work to all the people who must leave their home country and have to rebuild their lives elsewhere.” read more >>
Il dossier pubblicato su questa rivista tratta in maniera approfondita le tematiche relative ai rifugiati, e si domanda se la possibilità di fuga sfida la nostra concezione di nazionalità, di diritti e di umanità, proponendosi di stimolare il dibattito sulla nostra volontà politica e sul potere delle definizioni.
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The Finger and the moon #5 di LIUBA all’Asta di Sotheby per CIPMO a Milano

Sotheby’s Contemporary Art Auction for CIPMO
 22 ottobre – Milano
presso l’UniCredit Pavilion, in Piazza Gae Aulenti 10, alle ore 18.

 

68 prestigiosi artisti italiani e internazionali partecipano all’Asta d’Arte Contemporanea per CIPMO, battuta da Sotheby’s e curata da Arturo Schwarz, il grande intellettuale e storico dell’arte che ha introdotto il surrealismo in Italia.

 

asta curata da Arturo Schwarz

Intervento introduttivo: Enrico Mentana, direttore del TG La7.

Batterà l’asta: Filippo Lotti, Amministratore Delegato di Sotheby’s Italia

L’intero ricavato dell’asta sarà devoluto al progetto “Mediterranean Peace Channels – The Mirror of the Other” promosso da CIPMO – Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente.

 

Per sfogliare la Galleria fotografica delle opere online

Per scaricare il catalogo (PDF)

 

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LIUBA  The Finger and the Moon # 5 – Polyptic, 2013

Articoli sul quotidiano ‘La Voce di Romagna’

E’ da alcuni mesi che un giornalista della Voce di Romagna ha come si suol dire ‘scoperto’ il mio lavoro, e sta pubblicando vari articoli su di me sul quotidiano riminese e romagnolo ‘La Voce di Romagna’, anche con qualche tocco polemico contro l’Assessore e la politica culturale della città. Grazie a Davide Brullo per seguire il mio lavoro e per gli articoli!

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LIUBA ad Arte fiera 2015: Questa non è una performance

LIUBA, Questa non è una performance, 2015 @ Opening di ArteFiera. Bologna, gennaio 2015

 

Un’azione – non azione che riflette sulla natura del linguaggio e sui concetti di verità-finzione, arte-vita, mescolandone le carte. L’intenzione è quella di esplorare la relazione tra l’atto performativo e la realtà quotidiana attraverso un gesto in vivo, che sta accadendo nel momento contingente all’azione, ponendolo in risalto dall’atto naturale di vivere.

La metaperformance si basa, infatti, sulla giustapposizione paradossale dell’immagine e della scritta che la smentisce, ponendo fine al regime della rappresentazione basata sulla somiglianza.

 

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Performance YOU’RE OUT a Berlino, 2014

LIUBA, YOU’RE OUT, Performance interattiva e partecipativa per un gruppo misto di immigrati e cittadini

16/11/14  Oranienplatz (tenda d’informazione dei rifugiati), Kreuzberg, Berlino

L’idea della performance è quella di giocare un gioco che simbolicamente riflette ciò che accade nella realtà: non c’è sempre abbastanza spazio per tutti. Il gioco è uno di quelli vecchi che molti di noi avranno sicuramente giocato da piccoli, permettendo alle persone di sperimentare, con i loro stessi corpi, la sensazione di essere rifiutate e la lotta per trovare un posto. Fare questa performance è un modo per avere una profonda consapevolezza su questi temi e dinamiche. E’ un lavoro sulla lotta per stabilirsi in un paese e lo sforzo e le possibilità necessarie perché abbia successo.

 

 leggi di più sul progetto

‘Refugees welcome’ performance a Berlino, 2014

LIUBA, REFUGEES WELCOME, Interactive and participative performance with refugees and public

14/11/2014 @Kreuzberg Pavillion, Berlin

 

Alcune delle idee che hanno portato LIUBA alla scelta di questa azione:

 

 

-Penso che le persone e i loro problemi siano più importanti dei progetti artistici.

-Porto delle persone viventi in galleria perchè le persone, le loro vite e le loro problematiche sono ciò che veramente importa adesso.

-Raduno insieme persone diverse in uno stesso luogo, perchè ciascuno ha il diritto di stare in quello stesso luogo.

-Voglio che le persone stiano in silenzio, osservandosi l’un l’altro. Il pubblico della galleria e i rifugiati. Osservare è il primo passo per conoscere, accettare, rispettare.

-Guardare l’altro significa trovare la base comune della nostra esistenza: essere vivi adesso.

-Costruisco la performance col proposito di creare esperienze personali per le persone, interiori ed esteriori.

-L’arte diventa un mezzo per dare ai rifugiati un modo per essere ascoltati, per essere visibili, per essere rispettati.

 

leggi di più sul progetto

 

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LIUBA nel libro ‘Italian Performance Art’

I am pleased to point out the interesting volume about Italian Performance Art that has just been published and where I have been inserted at pages 298-299. The book is written in Italian and English.
ITALIAN PERFORMANCE ART  curated by Giovanni Fontana, Nicola Frangione and Roberto Rossini, Sagep Editori,  Genoa 2015

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LIUBA @ Centrale Fotografia, Rocca Malatestiana di Fano (Ps)

ROCCA MALATESTIANA di FANO (PS)

IN ITALIA
curated by Luca Panaro and Marcello Sparaventi

Thursday 11th June 2015 h. 9pm

TAKE YOUR TIME
Performance and screening by LIUBA
from the serie The Slowly Project
curated by Luca Panaro,
at the same time of the Long Day of Slowness

Saturday 13th June 2015 h. 4pm
Media library Montanari Memo, piazza Pier Maria Amiani, Fano

Screening of the 3 video of LIUBA from the serie
The Slowly Project
Take your time – New York, 2005-2011
Take Your Time – Modena, 2008
Art is Long, Time is short – Basel, 2004-2009

and LIUBA IN CONVERSATION WITH LUCA PANARO
with the replay of the screening at 5 pm.

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LIUBA performance @ Venice Biennale Opening

LIUBA

THIS IS NOT A PERFORMANCE ART PIECE

Venice Biennale Opening
May 6, 2015  1 – 6 pm

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A written statement that questions its own content causes a disorientation in the receivers, leading them to question on the subtle line between what life presents and what art represents.  At the same time the non-performance invites us to reflect on the nature of language and on the concepts of truth and lies, shuffling the cards. Umberto Eco defines the sign “the thing with which you can lie”.

With the denial of the action stated in the text, what takes place is the right opposite of what is declared by the gesture, accompanying the viewer into a territory that pits two concepts in a paradoxical way.

The obvious reference to the trahison des images revealed already by René Magritte materializes in this work with the betrayal of the idea of performance art, wanting it to interact directly with what belong to the réalité.

The meta-performance is based on the paradoxical juxtaposition of image and the written text that denies it, ending the regime of representation based on similarity.

Therefore, relating with the works of Duchamp and ‘One and three chairs’ by Kosuth, the semantic incongruity of the non-performance is the ironical approach to contingent reality, deconstructing and inscribing them in a complex system established by scientific analysis of the act in its context.

 

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Il mio video al Funf Seen Film Festival

The Finger and the Moon #2 has been presented in the videoart section of the FUNF SEEN FILM FESTIVAL in Starnberg, Munich (D). It was a lot of fun, wonderful people and wonderful video selection.

Scrivo davanti al lago dove sto prendendomi una pausa nel bel territorio bavarese, dopo aver ieri presentato il mio video THE FINGER AND THE MOON #2 al Funf Seen Film Festival.

Devo dire subito che sono stata felice e appagata, il mio video (e lo dito con un po’ di timidezza e di modestia, ma è vero!) ha avuto un grande successo, forse devo dire più di tutti gli altri, perchè è stato l’unico video che ha avuto battimani e forti applausi a scena aperta, e i commenti delle persone sono stati entusiastici. Questi momenti, assommati con la cordiale ospitalità e il rispetto con cui sono stata trattata, rendono finalmente il cammino dolce e il piacere profondo nel fare arte, perchè vedi che gli altri ne traggono godimento, che è forse la soddisfazione più profonda e il vero senso per cui facciamo le cose.

Che dire di più? Che chiedo ancora di questi momenti e ringrazio infinitamente per averli vissuti e goduti. Sono in un momento molto difficile, e non ve l’ho raccontato, quindi avere queste soddisfazioni mette un po’ di carburante nella mia macchina che sale a fatica.

LIUPIROGI PAGIOPA

LIUPIROGI PAGIOPA
(la casa della terrazza, del mare e delle radici)


Liupirogi Pagiopa è un luogo che amo. E’ la casa costruita da mio padre, sopra il terreno e la casa dei miei nonni, è stata sistemata da mia madre, e coccolata e fatta diventare accogliente da me. Vengo qui da quando sono nata, anzi precisamente ho passato qui i miei primi giorni di vita quando, nata in Italia in febbraio, mio padre tornò in Russia a lavorare al progetto per una grossa ditta italiana, mentre mia madre e io neonata andammo a passare i mesi invernali in Romagna dalla nonna, per poi raggiungere mio padre in Russia solo in estate quando il clima diventò più mite (e lo sapevate che poi sono vissuta in Russia, vicino agli urali, fino ai due anni? Il nome viene da lì!..)

Liupirogi Pagiopa è il nome che ho dato alla casa quest’anno. E’ un nome nuovo, dove ho sintetizzato i nomi delle persone della mia famiglia di cui qui sento le radici, e che ringrazio. Ci sono dentro: Rossana, Gianni, Pasquina, Giovanni, Picini, Pagliarani e me stessa. In tutte queste radici c’è anche lo zio Elio, a cui sono molto legata, però non ha mai vissuto in questa casa ma nella casa di sotto… Per cui il suo nome comparirà nell’Associazione culturale che ben presto si costituirà: Liupirogi E Pagiopa, ma non compare strettamente nel nome della casa della terrazza.

Il nome è nato quest’estate perchè ho deciso di aprire questa casa, già accogliente e che accoglie amici e viaggiatori da tutto il mondo, ai miei workshop che tengo e ho tenuto in diversi luoghi d’Italia (eh sì alcuni anni fa, quando ancora non c’erano blog e cose varie, lavorai per il Comune di Bologna, prima e per il Comune di Milano poi, tenendo laboratori per tutte le fasce d’età, centrati sull’arte) e vorrei offrire questa esperienza
Ora mi sono detta: perchè non giocare in casa? Perchè proporre i workshop in luoghi lontani se qui, dove sto tutta l’estate, c’è una grande terrazza meravigliosa sul mare, che gira intorno alla casa di modo da avere sole e ombra quando si vuol e dove si vede il cielo e il mare? e poi c’è la spiaggia di Viserba a due passi, c’è l’entroterra romagnolo alle spalle, splendido, con una quantità di posti che amo e che desidero condividere, e poi c’è Rimini a poche fermate di bus, dove passeggiare sul molo al tramonto, o divertirsi alla sera per chi lo vuole… E così è nato il programma dei workshop a Liupirogi Pagiopa!

Sono felice ed emozionata di sperimentare questo luogo e farlo diventare, per alcuni giorni, teatro di incontri, creatività, benessere, dialogo e natura. Sento questa cosa come molto importante, e mettere a disposizione la mia esperienza accumulata negli anni è per me fonte di gioia e di appagamento. 

Ed ora ecco il programma, dove siete naturalmente invitati e benvenuti!

Ah, un ultima cosa: i workshop hanno un costo minimo, che serve per coprire le spese dell’organizzazione, della programmazione, del workshop e della casa. Ma poichè non faccio questa attività a scopo di lucro bensì per poter essere utile agli altri e trasmettere ciò che so e che sono, è anche possibile proporre un ‘baratto’ ricambiando il workshop con uno scambio da decidere insieme. Naturalmente chi volesse può contribuire anche in maniera maggiore, per aiutare questo percorso a svilupparsi!


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LIUPIROGI PAGIOPA
(la casa della terrazza, del mare e delle radici)

via Mazzini 1 – Viserba di Rimini


Una serie di workshop aperti a tutti centrati sul benessere, l’arte, la convivialità.
Pensati per chi viene da fuori, per assaporare la Romagna in maniera creativa intelligente e divertente, e per chi è già in zona e vuole ampliare i propri stimoli, conoscenze, incontri e capacità.
1.     Workshop: L’importanza della Bellezza. 
Laboratorio sull’Arte, la lettura delle immagini, l’Arte contemporanea.  

Dal23 al 25 agosto
       Cos’è l’Arte? Come comprendere un’immagine? Come leggere il linguaggio visivo? Quali movimenti artistici ci sono e quali ci sono stati nell’ultimo secolo? Cercheremo di rispondere a queste domande, di divertirci e al tempo stesso aprire i nostri orizzonti, in modo da avvicinarci all’arte, contemporanea e di tutti i tempi, con più piacere, più competenza, più arricchimento.

2.     Workshop: Centro, corpo, performance, creatività
Workshop pratico relazionale basato sull’arte, la performance e il benessere

Dal 30 agosto al 1 settembre
         Lavoreremo con il respiro, la musica, il colore, la danza, la performance, la parola, l’installazione e lo spazio, per              scoprire la nostra profonda direzione, il nostro valore e la nostra unicità. La performance art mette in gioco tutti                  questi linguaggi e stimoli, e ci conduce nei nostri territori più inesplorati e più veri, da dove possiamo attingere                   grande energia, grande benessere e grande capacità.


I WORKSHOP SONO IDEATI E CONDOTTI DA LIUBA PICINI PAGLIARANI
Liuba Picini Pagliarani, in arte LIUBA, si è formata in semiotica e storia dell’arte all’università di Bologna con Umberto Eco e Omar Calabrese e in Pittura all’Accademia di Belle Arti. E’ artista di fama internazionale con all’attivo 20 anni di mostre e performance in varie parti del mondo, e lavora con la performance, la video art, l’interazione e progetti site-specific.  Ha presentato sue performance e video ad Artissima Art Fair, Torino, PAC Padiglione d’arte contemporanea, Milano, ad Artefiera a Bologna, alla Biennale di Venezia, ad Art Basel, all’ Armory Show a New York, a Scope London, in Germania, in Cecoslovacchia, in Francia, in Usa, in Canada e in molte gallerie italiane ed estere.
Ha tenuto per molti anni workshop artistico-espressivi presso il Comune di Bologna, il Comune di Milano, la spiaggia di Rimini, lavorando con utenze di diverse fasce di età. Ha insegnato storia dell’arte e grammatica visiva agli adulti presso l’Università aperta Masina e Fellini di Rimini, e ai corsi serali degli Istituti Paolo Frisi e Bertarelli di Milano. www.liuba.net







Articolo sulla 55 Biennale di Venezia

All’Opening della 55 Biennale di Venezia
(Dall’articolo scritto per il quotidiano ‘La Voce di Romagna’ che mi ha dato l’accredito per la vernice)
Con tante opere, incontri, emozioni, fatiche, file, camminate, come al solito, e pioggia e freddo (meno solito), si è inaugurata mercoledì 29, giovedì 30 e venerdì 31 maggio la 55 Biennale di Venezia, che apre al pubblico dal primo giugno al 24 novembre.
L’opening veneziano per gli addetti ai lavori dura tre giorni perché la Biennale è un fitto e spazialmente enorme insieme di mostre e di padiglioni nazionali, collocata principalmente nella vasta aerea dei Giardini e nei suggestivi ex cantieri dell’Arsenale, ma anche in diversi sedi e palazzi sparsi in tutta la città. Come al solito tante opere, tante suggestioni, tanti opening, tanti party, tanti artisti, curatori, galleristi, visi noti e meno noti, visi amici, visi conosciuti e sconosciuti, visi di ogni nazionalità e linguaggio. A volte una vera Babele, dove ci si perde, e dove bisogna anche lasciarsi andare al caso, perché nemmeno volendolo si può vedere tutto ciò che c’è da vedere, e incontrare tutti coloro che si desidera incontrare.
Marino Auriti  The Encyclopedic Palace of the World, ca. 1950s – photo © Liuba 2013
Sono venuta a Venezia con due precisi progetti, entrambi impegnativi e divertenti allo stesso tempo: fare una performance a sorpresa basata sul silenzio (come buco nero di un momento che stiamo attraversando, dove mancano le parole, e ci mancano le parole per farci sentire, o il paese non sembra aver bisogno della cultura e degli artisti anche se sempre più li cerca) e avere una visione delle opere esposte per riflettere su ciò che sta accadendo nel panorama artistico internazionale e potervele raccontare.  Progetti impegnativi perché antitetici, seppur sovrapposti: quando mi preparo per la performance e vago per i Padiglioni della Biennale, lo faccio senza vedere le opere, ma osservando  tutto in funzione della scelta dello spazio in cui farò l’intervento e mi concentro solo su quello. Quando invece ho la testa libera dalla performance, mi trasformo in visitatore e giornalista, per cogliere le opere, goderle o giudicarle, ammirarle o criticarle, parlarne con gli altri e lasciarle lavorare dentro di sé (che poi è questo ‘lasciar le opere lavorare dentro di sé’ che, a mio avviso, è la ricchezza più nutriente e stimolante dell’arte).

Già da parecchi anni la Biennale d’Arte di Venezia si struttura secondo due grandi pilastri: le mostre dei Padiglioni nazionali, ciascuno con il suo curatore e il suo progetto, ospitata nei Padiglioni che le singole Nazioni hanno acquistato da tempo ai Giardini o all’Arsenale, o affittato in città, o scelto appositamente (per esempio il Portogallo quest’anno si è presentato a Venezia con una nave proveniente da Lisbona e ormeggiata davanti ai Giardini, interamente allestita dall’artista Joana Vasconcelos), affiancata dalla Mostra Internazionale del curatore della Biennale, nominato per ogni edizione, e collocata all’Arsenale e in parte ai Giardini.
Quest’anno il curatore della mostra Internazionale è Massimiliano Gioni, giovane ma già molto famoso curatore italiano, presente nello staff direttivo del New Museum di New York, e il titolo dell’esposizione è Il Palazzo Enciclopedico. Massimiliano Gioni ha introdotto la scelta del tema evocando l’artista auto-didatta italo-americano Marino Auriti che “il 16 novembre 1955 depositava presso l’ufficio brevetti statunitense i progetti per il suo Palazzo Enciclopedico, un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità, collezionando le più grandi scoperte del genere umano, dalla ruota al satellite. L’impresa di Auriti rimase naturalmente incompiuta, ma il sogno di una conoscenza universale e totalizzante attraversa la storia dell’arte e dell’umanità e accumuna personaggi eccentrici come Auriti a molti artisti, scrittori, scienziati e profeti visionari che hanno cercato – spesso invano – di costruire un’immagine del mondo capace di sintetizzarne l’infinita varietà e ricchezza.”
Questa scelta curatoriale e questo presupposto concettuale hanno dato luogo a una mostra molto complessa, fuori dall’ordinario, estremamente ricca di ‘inventari’ di opere di artisti e non artisti anche poco o totalmente sconosciuti, molto interessante e ben allestita (giustamente però Marco Senaldi, sulle pagine di Artribune, evidenzia la pecca di aver nascosto le meravigliose strutture proto industriali dell’Arsenale dietro a un allestimento museale asettico e impersonale), che però si è presentata più come una grande opera curatoriale che come un insieme di opere artistiche belle e innovatrici. Una caratteristica, questa, che sta attraversando il mondo dell’arte ma che per molti addetti ai lavori risulta discutibile, poiché l’arte diventa solo un mero strumento per veicolare le visioni del mondo del curatore, che diviene l’artista finale.
Oliver Croy and Oliver Elser , The 387 Houses of Peter Fritz (1916–1992), photo © Liuba 2013
 Sia all’Arsenale che ai Giardini, per il Palazzo Enciclopedico, sono stati presentate opere compulsive di persone autistiche, serie di foto delle Alpi viste dall’alto e pioneristicamente fotografate a fine ‘800 dallo svizzero Eduard Spelterini nei sui viaggi in Mongolfiera, la collezione di foto di Cindy Sherman sul tema dell’identità, teche con sculture in legno di splendidi animali in miniatura per teatrini da mostrare in giro per il mondo di Levi Fisher Ames, pagine giornaliere di taccuini rigorosamente riempiti e disegnati ogni giorno dell’anno, come quelli diJosè Antonio Suarez Londono, o splendidi modellini di case abitative, progettate e realizzate dall’obliato Peter Fritz, agente assicurativo che aveva passato la vita a costruire tipologie di case abitative rigorosamente in scala e qui presentate, prendendole in blocco con un’operazione duchampiana, dalla coppia di artisti austro-tedeschi Oliver Croy and Oliver Elser.
 

José Antonio Suarez Londono, Franz Kafka, Diarios II 1914-1923, 2000 – photo © Liuba 2013


Interessante questo lavoro di catalogazione del mondo che perviene da questa mostra che si srotola per centinaia e centinaia di metri e di stanze fra gli Arsenali e i Giardini, curioso scoprire il lavoro quasi maniacale di persone più o meno conosciute che hanno lasciato tracce di sé attraverso il loro fare, commovente la riscoperta al mondo di queste opere e percorsi già trascorsi e ora rimessi in vita, sfizioso il concetto di enciclopedia e di inventario che ricorre nel succedersi delle opere mostrate, ma è mancata la presenza di grandi emozioni derivate dalle opere, e la forza artistica e innovatrice delle proposte. Altre due chicche in mostra erano l’originale del libro dei sogni di Carl G Jung, e le opere-seminari di Rudolf Steiner, opere belle e rarie ma anche qui non certo opere d’arte autonome e nemmeno recenti (e vi parla qualcuno che adora il mondo di Jung e la sua vasta opera).
Ci sono state naturalmente eccezioni, come il bel video sperimentale della giovane francese Camille Henrot che ha vinto il Leone d’argento come promettente giovane artista, o l’Italiana Rossella Biscotti con un progetto realizzato con le donne del carcere della Giudecca (ma poi presentato solo in forma di suono e di scultura creata col compost del carcere).
Ci si è anche domandato come mai la nostra società si stia avvolgendo su sé stessa e si proponga al mondo con la ripresa del passato e con il ripiegarsi su ciò che è andato. Curiosa infatti è la coincidenza con la grande mostra inaugurata, sempre in quei giorni a Venezia, alla Fondazione Prada a Ca’ Corner della  Regina, che ha ricostruito in TOTO (e dire in toto vuol dire che ha ricreato i muri e la disposizione delle opere proprio come era allora) la storica mostra di Harald Szeehmann alla Kunsthalle di Berna nel 1969. Lo scopo della mostra, visitabile sino al 3 novembre, è quello di riproporre, con la stessa intensità ed energia, le ricerche che andavano dalla Process Art alla Conceptual Art, dall’Arte Povera alla Land Art, sviluppatesi a livello internazionale alla metà dagli anni ’60, e di riallestire filologicamente il concept curatoriale. Le opere, seppur create quasi 50 anni fa, sono ancora assolutamente contemporanee e molto godibili, sia dal lato estetico-formale che concettuale. E divertente anche la telefonata dell’artista Walter De Maria (tramite il telefono usato nel 1969 per quest’opera intitolata Art by Telephone) alla quale ha risposto in diretta una Miuccia Prada circondata dai fotografi.
Ci si domanda allora: siamo in una crisi di identità così grande che la società si ripiega sul passato?
(Ci ricordiamo anche della scorsa grande e bella edizione di Documenta (13) a Kassel curata dalla bravissima Carolyn Christov-Bakargiev, dove si sono visti, oltre in verità a innumerevoli lavori nuovi e site specific appositamente progettati per la grande kermesse, la riproposta di artisti passati o dimenticati o mai conosciuti, che comunque ha emozionato conoscere e/o rivedere).

Miuccia Prada che risponde alla chiamata di Walter de Maria dal telefono-opera – photo © Liuba 2013
L’opera di Walter De Maria ‘Art by Telephone’ del 1967 – photo © Liuba 2013
Ritornando alla Biennale, grande attualità e spesso spettacolari proposte si sono viste invece nelle singole mostre dei Padiglioni Nazionali, che hanno presentato in alcuni casi opere davvero potenti, assolutamente contemporanee e innovative, oltre che emozionanti e stimolanti.
Ai Giardini per esempio l’artista russo Vadim Zakharov ha presentato Danae, un’interessante installazione interattiva centrata sul tema del denaro, dell’uomo e della donna. Per questo lavoro il pavimento del piano superiore del padiglione russo ai Giardini, costruito 100 anni fa, è stato sventrato per realizzare un largo buco quadrato che permette dall’alto di vedere ciò che accade al piano inferiore,  dove le donne del pubblico – nella parte inferiore del Padiglione non veniva permesso agli uomini di entrare – alle quali viene fornito un ombrello trasparente, vengono investite da una pioggia di monete d’oro proveniente da una piramide posta nel soffitto. Sui muri del piano superiore ci sono le parole rivolte all’uomo, al quale viene ricordato che è il momento di confessare, tra le altre, lussuria, avidità, narcisismo, invidia, ingordigia e stupidità. Lo stesso uomo costretto, iconograficamente, a flettersi (il buco realizzato per osservare la pioggia d’oro è circondato da un inginocchiatoio in velluto rosso) davanti al dio denaro.
Molto interessante, poetico e innovativo anche il Padiglione di Israele, dove l’artista Gilad Ratman ha presentato The Workshop 2013 un’installazione multicanale site-specific e performativa,  ispirata a un viaggio sotterraneo intrapreso da una piccola comunità di persone da Israele a Venezia. Il loro viaggio epico comincia nelle caverne israeliane, attraverso pericolosi varchi sotterranei fisici, ma anche simbolici,  per poi irrompere nel pavimento del padiglione israeliano, da un tunnel sotterraneo scavato per l’occasione. Queste persone quindi si ‘installano’ nel Padiglione e diventano i partecipanti del workshop, che consiste nel scolpire il loro autoritratto con l’argilla e inserirvi un microfono con registrati i suoni delle proprie voci. Un progetto complessivo che si attua quindi attraverso diversi media, dal video, al suono, all’installazione, alla scultura, alla performance, alla Land Art, a un intervento fisico nella struttura del padiglione, in un connubio certamente riuscito e significante.
    Gilad Ratman,  The Workshop 2013, particolare della videoinstallazione – photo © Liuba 2013
Ancora il ‘Padiglione in sé’ è protagonista dell’operazione concettuale di Francia e Germania che per quest’edizione, e in simbolo di pace, si cambiano il relativo Padiglione Nazionale, in ricordo e in occasione del 50mo anniversario del trattato dell’Eliseo che mise fine a mille anni di guerra tra Germania e Francia. I padiglioni nazionali quindi diventano terreni simbolici di identità nazionale, scambio di identità, e materiale installativo da plasmare all’esigenza del progetto.

A tale proposito riuscito e stimolante è anche il Padiglione della Danimarca, sempre ai Giardini. L’artista Jesper Just, in collaborazione con un architetto e un comunicatore, ha chiuso l’entrata principale del padiglione stesso, facendo entrare i visitatori da un’entrata posteriore immersa in simulacri di lavori in corso, aprendo una connessione tra lo spazio dell’opera, lo spazio fisico del padiglione e lo spazio digitale del messaggio e sottolineando la sinergia con l’installazione video multicanale presente all’interno, che riflette sull’immigrazione,  sul rifiuto, sui detriti, sul paesaggio.

Notevole è anche il Padiglione degli Stati Uniti, con l’artista Sarah Sze che in tre mesi costruisce in loco un’installazione poliedrica intensa e apparentemente caotica costruita con miriadi di materiali assemblati, che ricrea un caos del cosmo, che poi caos non è più.
    Sarah Sze,  Triple point, 2013 – particolare dell’installazione – photo © Liuba 2013
Bello, poetico, denso e intenso il lavoro di Alfredo Jaar al Padiglione Cileno all’Arsenale, che con un’installazione altamente suggestiva, riflette sull’anacronismo delle Nazioni presenti con un proprio Padiglione Nazionale ai Giardini, padiglioni costruiti a partire dall’inizio del secolo scorso e non più adeguati a rappresentare la vasta e mutata geografia politica attuale. Jaar presenta infatti una struttura quadrata di metallo di 5 metri x 5 riempita di acqua, del colore dei canali veneziani, dalla quale, approssimativamente ogni tre minuti, emerge il plastico, ricostruito rigorosamente in scala 1:60, dell’Area dei Giardini di Venezia con i suoi 28 Padiglioni Nazionali. Il plastico architettonico dei Giardini rimane visibile per alcuni secondi, e poi si ri-immerge lentamente nelle acque verdastre della laguna. Questa installazione coinvolgente è un intervento evocativo e critico per esaminare in che modo la cultura del nostro tempo, costituita da network globali sempre più complessi, possa essere adeguatamente rappresentata su un palcoscenico internazionale.

    Alfredo Jaar, Venezia Venezia, 2013 – photo © Liuba 2013
  
Degno di nota, non forse per la qualità delle opere rappresentate, ma come notizia del suo esserci come Nazione, è il nuovo Padiglione della Santa Sede, all’Arsenale, che ha investito parecchie migliaia di euro per presentare opere centrate sul tema della creazione, ispirandosi ai primi 11 capitoli della Genesi. Tano Festa, Studio Azzurro (che con un’installazione video interattiva ricorda, non raggiungendone però l’altezza, le opere di Bill Viola), Josef Koundeka e Lawrence Carroll. Che anche il Vaticano stia capendo, a modo proprio, che la cultura non è sempre ‘pericolosa’ e che si potrebbe tornare alle grandi committenze che hanno fatto fiorire il Rinascimento?
Il Padiglione Italia, invece, nella sua recente collocazione alla Tesa delle Vergini all’Arsenale, e quest’anno curato da Bartolomeo Pietromarchi, ha presentato sette ambienti – sei stanze e un giardino – che ospitano ciascuno due artisti in dialogo fra loro. Alcuni binomi e opere erano più riusciti di altri, le proposte si indirizzavano verso linguaggi che spaziavano dall’installazione, alla performance, alla fotografia, e al suono e all senso dell’olfatto. Singolare e forte, a questo proposito, vorrei evidenziare l’opera  olfattiva Per l’eternità di Luca Vitone, che in stretta collaborazione col maestro profumiere Mario Candida Gentile, riporta le essenze di rabarbaro svizzero, belga e francese, come evocazioni olfattive del disastro ambientale dell’Eternit, costringendoci, annusando l’essenza diffusa nell’ambiente, ad associare immagini inquietanti di presenze tossiche nell’aria che respiriamo.
Ci sarebbero ancora molte opere da analizzare o da mostrarvi, ma vi consiglio di andarci di persona e di lasciarvi interrogare dalle opere e relazionarvi con ciò che vedete. Ci sarebbero ancora molte parole da dire, ma vi lascio con silenzio, che è l’opera performativa che ho presentato a sorpresa durante l’opening. Avvalendomi di una partitura ispirata al famoso pezzo di John Cage 4’33” che ho eseguito più volte di fila e accogliendo nella performance persone che desideravano interagire con me, ho incarnato, attraverso il silenzio, la difficoltà di parlare e di farsi sentire in un momento di grande crisi e di mancate speranze come quello che la nostra società sta attraversando, e la possibilità di essere sé stessi nonostante tutto, semplicemente connettendosi con ciò che si è.

          Liuba4’33” Silence Loop, 2013 performance a sorpresa con interazioni spontanee –  photo Riccardo Lisi

                                               guarda più foto della performance
      


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Tutte le foto dell’articolo: © LIUBA 2013, courtesy Biennale di Venezia
Per la performance di Liuba: © LIUBA 2013, foto di Riccardo Lisi, courtesy of the artist

Laboratorio di performance dal 4 al 7 luglio

Corpo, performance e conoscenza di sè
Laboratorio tenuto da LIUBA presso la sede di GEART nell’Appennino Emiliano
dal giovedì 4 a domenica 7 luglio 2013


(ENGLISH BELOW)

 Il corso-laboratorio si propone di stimolare le persone alla conoscenza di sè e delle proprie potenzialità creative attraverso l’uso del corpo e della performance come mezzo per conoscerci, conoscere e interagire con gli altri e l’ambiente.
Si lavorerà in gruppo e in maniera individuale. Ogni partecipante sarà seguito personalmente e aiutato a scoprire sia ciò che vuole comunicare sia il modo migliore per esprimerlo, seguendolo in una ricerca di linguaggi per produrre, ciascuno, la priopria performance. Tutte le performance ideate e create durante il corso saranno rappresentate pubblicamente la domenica pomeriggio.

Contenuti: 

Il corso si struttura in tre tematiche intersecate:

Lavoro sul corpo: tecniche di concentrazione; tecniche di respiro; consapevolezza corporea; la postura e i movimenti; esplorazione delle possibilità performative del corpo.

Lavoro sulla psiche: scoperta del sé attraverso tecniche multimediali con danza, musica, colore, parole; individuazione dei propri bisogni creativi ed espressivi, ricerca del proprio linguaggio espressivo personale

Lavoro sulla performance: definizione di performance e di multimedialità; individuazione e sviluppo di un tema performativo; lavoro individuale e in piccoli gruppi; creazione di performance personali: ricerca dei linguaggi appropriati per realizzarle, ricerca dei materiali, lavoro di preparazione, elementi di interazione col pubblico. Esibizione finale

Tempi e Struttura:

Il corso-laboratorio si svolge dal giovedì sera alla domenica pomeriggio nella cornice dello splendido borgo Ronchesano, sede dell’associazione culturale Geart, sull’Appennino Bolognese presso Tolè e a 35 km da Bologna.

Per chi desidera è possibile pernottare e mangiare presso la struttura. I pasti sono preparati con ingredienti bio autoprodotti e coltivati nel borgo.

Programma giornaliero di massima:

GIOVEDì SERA: arrivo, accoglienza, cena h.21: conoscenza dei partecipanti, visione di video di performance e breve introduzione alla performance art.
VENERDI’ MATTINA: dalle 10 alle 13 Lavoro sul corpo: tecniche di concentrazione, tecniche di respiro, consapevolezza e studio delle posture, la semiotica del movimento, il linguaggio visivo col corpo, lo spazio, il movimento e l’interazione.
VENERDì POMERIGGIO: dalle 16 alle 19 Lavoro sulla scoperta del sé, esercizi con danze, colori, suoni e parole. Il conoscersi e l’esprimersi; Individuazione di un tema performativo personale; lavoro individuale e in piccoli gruppi.
SABATO MATTINA: dalle 10 alle 13 Sviluppo del tema performativo personale e tecniche di espressività multimediale; lavoro individuale e di gruppo; esperimenti di collaborazione interattiva SABATO POMERIGGIO: dalle 16 alle 19 Approfondimento delle performance emerse precedentemente; utilizzo di linguaggi appropriati; ricerca di possibili materiali occorrenti nella campagna circostante
DOMENICA MATTINA: dalle 10 alle 13 Messa a punto delle performance prodotte ed ultime elaborazioni
DOMENICA POMERIGGIO: dalle 16 alle 18 Presentazione al pubblico delle performances elaborate e create durante il corso

A chi è rivolto

A tutti coloro che si vogliono mettersi in gioco e scoprire sé stessi attraverso l’arte performativa e la multimedialità. A chi desidera passare dei giorni rilassanti e benefici in un luogo incontaminato dedicandosi alla creatività e al benessere personale. Questo corso è un corso base, adatto sia a chi non ha mai fatto performance, ma è anche concepito come un approfondimento per chi ha già esperienza, dato che ognuno sarà aiutato a sviluppare le proprie potenzialità e il proprio livello.

Bio di Liuba, conduttrice del corso 
Liuba è un’artista multimediale che lavora con performance, video e progetti interattivi site-specific. Ha studiato al DAMS di Bologna laureandosi in Semiologia delle Arti col massimo dei voti e frequentando contemporaneamente l’Accademia di Belle Arti. Dal 1993 lavora con la performance, ottenendo successo sia in Italia che all’estero. Ha presentato sue performance e video ad Artissima Art Fair, Torino, PAC Padiglione d’arte contemporanea di Milano, alla Biennale di Venezia, ad Art Basel, all’ Armory Show a New York, a Scope London, in Germania, in Cecoslovacchia, in Canada e in molte gallerie italiane ed estere. Si è dedicata con passione alla progettazione e realizzazione di numerosi laboratori creativi per ogni fascia di età, lavorando per il Comune di Bologna, il Comune di Milano, la città di Rimini e il Ministero della Pubblica Istruzione. Questo è il suo secondo corso dedicato interamente alla performance art. www.liuba.net


Costi, opzioni e informazioni pratiche
E’ possibile partecipare al corso con differenti modalità, anche a seconda del luogo dove abitate (se venire da Bologna o dintorni è facile rientrare a casa propria la sera) e dell’esperienza che desiderate fare.
La prima  a pacchetto completo per i 4 gg. con costo di 215,00 euro
Comprensivi di Corso performance, 6 pasti, 3 colazioni, 3 pernottamenti, tessera geart con assicurazione 
La seconda a pacchetto a metà per i 4 gg. Con costo di 170,00 euro
Comprensivi di corso performance, 3 pernottamenti, 3 cene, 3 colazioni, tessera geart con assicurazione
La terza pacchetto scegli tu la formula che preferisci in base ai costi.
Corso performance come da programma per i 4 gg.  85,00 euro
Costo per dormire 1 notte 5,00 euro
Costo per 1 prima  colazione   5,00 euro
Costo per  1 pranzo o cena 15,00 euro
Tutti i partecipanti hanno l’obbligo di tesserarsi ,  la tessera di GEART  è di 10,00 euro ed è valida fino a dicembre 2013 comprensiva di assicurazione rca.
I pasti sono interamente creati con alimenti biologici freschi e coltivati presso l’associazione.
L’alloggio presso l’Associazione è modesto e rustico, secondo uno stile semplice e naturale. Chi desidera una sistemazione con più confort può segnalarlo e farsi prenotare una stanza presso uno degli agriturismi del territorio.

Chi partecipa al corso deve portare:
– abiti comodi e freschi
– un tappetino da yoga o telo su cui stendersi
– documentazione, se si ha, su precedenti attività artistiche e/o performative
– un nucleo di idea, anche vago, che desidera sviluppare

vai alla pagina facebook
per tutte le persone che cloccano ‘mi piace’ sulla pagina facebook e vengono al laboratorio ci sarà in regalo uno speciale multiplo di Liuba, numerato e firmato!

PER INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI:

Tel.  051 6706320
Cell. 338 5897819
assculturalegeart@gmail.com
www.assgear.wordpress.com

ENGLISH:

Body, performance and self-consciousness
Workshop by LIUBA held at the Cultural Association GEART in the hilly Appennino Bolognese Countryside
 4 – 7 July 2013

The course-workshop aims to stimulate people to a knowledge of themselves and of their creative potential through the use of body and performance art, interacting with others and the environment.

We will work in groups and individually. Each participant will be personally assisted andhelped to discover both what he wants to communicate and the best way to express it,researching the proper languages ​​to create his/her own performance piece. All performances conceived and created during the course will be represented publicly on Sunday afternoon.


CONTENTS:
The course is divided into three intersecting themes:

Body: concentration techniques, breathing techniques, body awareness, posture and movements, performative exploration of the possibilities of the body.

Psyche: self-discovery through multimedia techniques AS dance, music,colorS, words, identification of creative needs, research of own personal language and themes.

Performance: definition of performance art and multimedia art, brief historicalperformance art excursus, identification and development of an indivudual  performativetheme;  the creation of personal performance: research of languages, media andmaterials, work preparation, elements of interactivity, final exhibition


SCHEDULE AND STRUCTURE:
The course-workshop will be held from Thursday evening to Sunday afternoon in the frame of the beautiful village Ronchesano, home of the Cultural Association Geart, located in the hilly Bolognese Apennines near Tole and 35 km from Bologna.Under request is possible to start the workshop on Friday.

Videointerview of LIUBA by Egle Prati

Otto o Nove mesi fa ricevetti una telefonata (o una email non mi ricordo!) da parte di Egle Prati. Mi disse che stava lavorando a un progetto e a un sito dove voleva raccontare le vite e le esperienze degli artisti andandoli a trovare nel loro studio e instaurando delle conversazioni-interviste. Mi chiese se poteva venire da me, ed io accettai con entusiasmo, poichè mi diverto molto con queste cose!
Così un bel giorno – ero da poco rientrata da New York e stavo preparando la performance collettiva di Genova – Egle venne in studio, armata di telecamera, amicizia e allegria. Mi trovai molto a mio agio, parlammo di tutto, del senso di fare arte, della vita dell’artista, del senso che dò al mio lavoro, dei progetti in corso, delle difficoltà e delle curiosità, Egle dialogava, faceva domande, interagiva, ma non rientrava mai nella ripresa, e la videocamera era puntata fissa a tal punto che te ne dimenticavi e reagivi con estrema naturalezza. Ci siamo divertite moltissimo, e sono venute fuori molte ore di conversazione e registrazione. Brava Egle, e grazie!

Eccolo qui quindi la videointervista 🙂

Come conosco benissimo, il lavoro del montaggio è lungo faticoso ed estremamente lento. Sono passati molti mesi, Egle mi diceva che c’era così tanto materiale che era difficile tagliare e fare un video con una durata e un ritmo ottimale alla visione, specie dal web. So bene cosa vuol dire fare scelte continue, nello scremare ore e ore di materiale per ottenre un video sintetico di una decina di minuti o anche di meno. E’ una delle maggiori difficoltà che anch’io incontro nella realizzazione delle mie opere video. La cosa più difficile è scegliere cosa togliere, quando il materiale è buono. E’ una fatica immane scegliere cosa scartare e motivare cosa tenere e come montarlo, per cui ho profondamente capito Egle quando mi diceva che aveva bisogno di molto tempo perchè il lavoro era molto faticoso.
Ieri però la sorpresa: il video è pronto e pubblicato. Sono stata molto felice perchè lo trovo davvero un bel lavoro, e pure un po’ narcisisticamente compiaciuta di essere venuta bene in video!… 
Buona visione

4’33” Chorus Loop

4’33” Chorus Loop, performance collettiva per coro di persone assortite   © Liuba 2013

4 performances in 4 giorni – Flash Art Event, Milano 
photos Mario Duchesneau


 (patto di partecipazione)

 
   


Fra corse, visioni, luci, rumori, suoni e gente del Flash Art Event a Milano, ho proposto una performance collettiva che prevedeva la partecipazione di persone del pubblico disposto a creare un coro che eseguisse, per un numero x di volte, il pezzo di John Cage 4’33”, ossia il famoso brano del silenzio.

Un coro di persone assortite che sono rimaste in silenzio per decine di minuti, e dove il patto di partecipazione, che le persone hanno dovuto sottoscrivere per partecipare, implicava l’impegno a non lasciare la performance prima che fosse finita e a scrivere le proprie riflessioni ed emozioni dopo che fosse finita. Ciò che mi interessava, e mi interessa, è usare la performance come ‘strumento’ per un lavoro su sè stessi che le persone sono stimolate a provare.
 La tensione che si è creata fra i partecipanti e me, che guidavo il coro, fra i partecipanti fra loro e fra i partecipanti e il pubblico, è stata molto emozionante intensa e curiosa.  Il pubblico guardava in silenzio, noi che performavamo in silenzio, in un incrocio di sguardi, di occhi, di osservazioni, di tempi e di quiete, in mezzo al turbinio della fiera. Un rapporto e una fusione tra guardante e guardato, osservante e osservato, performante e spettatore, che ha contribuito, nella sua maniera sottile e discreta, a volgere l’attenzion, almeno per una volta, verso l’interno e non l’esterno di noi stessi.

Per chi vuole ecco la presentazione del progetto

Questo progetto implica la partecipazione del pubblico.
In questa fase della società e della ricerca artistica, mi interessa che l’arte e la performance diventino uno strumento ad uso del pubblico, uno strumento che possa aiutare le persone a indagare dentro sé stessi e a mettersi in gioco.
In particolare, questa performance si focalizza sulla capacità di stare in silenzio, in quiete e in piedi, per un periodo abbastanza lungo di tempo, provocando nelle persone che vi partecipano diverse emozioni e diversi modi di viversi questa sfida. Costruire questa performance dà alle persone la possibilità di lavorare su sé stessi e sulla meditazione.
Per questo motivo ho scelto il famoso brano di Jonh Cage 4’33” declinandolo in maniera performativa e collettiva e facendolo diventare qualcosa di nuovo e di paradigmatico del tempo in cui stiamo vivendo.
In un periodo di crisi e di implosione, come quello in cui siamo, un coro di persone che performano in silenzio, diventa icona e simbolo di questo stato di implosione e di mancanza di parole, ma anche terreno fertile per ritrovare dentro di sé le motivazioni e le forze per una successiva ripresa e rinascita.  Inoltre, stare in silenzio davanti a un pubblico guardante si presta molto bene per riflettere ‘introspettivamente’ su sé stessi, facendo in modo che la performance diventi un terreno di ascolto di sé e delle proprie emozioni. 

La semplice ripetizione del pezzo in loop è un elemento fondamentale del progetto, poiché causa un allungamento del tempo da passare in silenzio, diventando anche una sfida di resistenza e di ascolto da parte dei partecipanti e da parte del pubblico. 

Ritorno a Milano al Flash Art Event!

Ecco qua, ritorno a Milano con un nuovo progetto espositivo e una nuova performance interattiva al Flash Art Event. Vi ho già scritto alcuni retroscena (1 2,  3), e altre impressioni vi scriverò, per ora eccovi il comunicato stampa, e vi aspetto numerosi!! (anche perchè la performance la farete voi insieme a me… 🙂

    
Visualcontainer Italian Videoart Distributor presenta:
 LIUBA


                                           

 Guest curator: Mark Bartlett

  Opening: 7 Febbraio
 8 – 10 Febbraio 2013
 Stand G5 – Visualcontainer/LIUBA
                                                                                                                                      LIUBA The Finger and the Moon #5, 2013
In occasione dei 20 anni di carriera dell’artista multimediale e performer LIUBA, Visualcontainer e il curator Mark Bartlett hanno il piacere di presentare, alla prima edizione del Flash Art Event di Milano dal 7 al 10 di febbraio, una mostra monografica con l’ultima produzione fotografica e video dell’artista e una nuova performance collettiva con la partecipazione del pubblico.

4’33Chorus Loop, performance collettiva per coro di persone assortite 
giovedi  h. 21 venerdi/sabato  h.20 – Domenica h.18
Il pubblico è invitato a prendere parte alla performance. per partecipare presentarsi allo stand mezzora prima l’inizio della performance, preferibilmente vestiti di nero. Non è necessaria nessuna esperienza performativa. E’ gradita la prenotazione a questo indirizzo mail: 433.chorusloop@gmail.com

I curatori hanno selezionato dei lavori di LIUBA che sottolineano l’esplorazione di tematiche politiche, sociali e religiose e le relazioni concettuali ed estetiche che intercorrono fra le sue opere fotografiche, video e performative.

Silenzio, spiritualità, lentezza, vuoto, ironia sono le tematiche centrali dei suoi sfaccettati progetti, che si manifestano tutte nel suo lavoro in progress più recente: The Finger and the Moon Project.
L’esposizione si concentra su questo progetto per due ragioni principali: primo, per la sua cruciale riflessione critica sulla religione, forza culturale e politica che ha visto una sorprendente ascesa di influenza nel mondo contemporaneo a scala globale; e secondo poiché, essendo questo progetto rappresentativo di molti altri progetti dell’artista, è anche un’estensione di essi che suggerisce nuove direzioni future del suo lavoro.

Le opere in mostra hanno anche il ruolo di fornire al visitatore il contesto adatto al suo nuovo progetto performativo, “4’33” Chorus Loop, la cui premiere assoluta sarà durante il Flash Art Event. Questo lavoro offre una tensione dialettica fra le restrizioni dei limiti e la pura casualità. Sarà una performance eseguita da uno spontaneo ‘coro collettivo di persone assortite’ che aderiscono volontari, permettendo quindi al lavoro di cambiare di performance in performance, e di rimanere aperto, indeterminato e sorprendente. Volontà dell’artista è di creare le condizioni per far compiere ai partecipanti un percorso dentro sé stessi.

Alessandra Arnò, Co-founder di Visualcontainer – Milano
Dr. Mark Bartlett, University of the Creative Arts, UK

LIUBA è un’artista multimediale che lavora con performance, video e progetti site specific. Il suo lavoro si occupa di tematiche sociali, geografie antropologiche, questioni filosofiche, comportamento umano, interattività e casualità. La sua ricerca si basa sull’analisi della società contemporanea, indagando le contraddizioni e i problemi sociali della vita quotidiana, cercando sempre di mantenere un approccio sincero e ironico. Ha partecipato a collettive e personali in ambito nazionale e internazionale, ha presentato sue performance e video ad Artissima Art Fair, PAC di Milano, Biennale di Venezia, Art Basel, The Armory Show a New York, Scope London e in molte gallerie italiane ed estere.
Lavora tra Milano e New York.
www.liuba.net
www.thefingerandthemoon.net

Dr. Mark Bartlett è Associate Editor of animation presso una rivista interdisciplinare sui new media e docente di teorie e storia dell’ arte contemporanea, cinema, nuovi media e games presso l’Università delle Arti Creative del Regno Unito. I suoi testi sono pubblicati in riviste accademiche, cataloghi e riviste di arte contemporanea. Vive a Londra.

I video di Liuba sono distribuiti da: Visualcontainer Italian Videoart Distributor
www.visualcontainer.org

 

Details:

FLASH ART EVENT MILANO, 2013
Palazzo del Ghiaccio
Via G.B. Piranesi 14
Milano

Opening: 7 febbraio h. 19-22
Apertura al pubblico Flash Art Event:
8 – 9 febbraio – h14.00 – 21.00
10 febbraio – 12.00 – 19.00

4’33″Chorus Loop, performance collettiva per coro di persone assortite –  gio 7 h. 21 – ven/sab h.20 – Dom.h.18
Per partecipare alla performance presentarsi allo stand mezzora prima l’inizio, preferibilmente vestiti di nero. Non è necessaria nessuna esperienza performativa.
E’  consigliabile prenotare specificando la data in cui si desidera partecipare, scrivere a: 433.chorusloop@gmail.com

Sponsors:

   

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