The Finger and the Moon è un progetto in progress ideato dall’artista italiana LIUBA. Riguarda la spiritualità, il rispetto, la tolleranza, il dubbio, i gruppi umani e le differenze.

 

E’ un lavoro che non vuole dare risposte, ma solo far riflettere. Riflettere sull’importanza della spiritualità nella vita umana, ma anche sulla pericolosità del fanatismo. E’ un progetto artistico che tocca aspetti sociologici, antropologici e spirituali.

The Finger & the Moon #1

Performance: Venice Biennial Opening, Giugno 2007

video: 2007-2008, Italy, colours 11’43” two channel video, ed3+ 2ap

videostill  STREAP, 2011 ed. 7 + 1ap

Abito della Performance realizzato in collaborazione alla stilista Elisabetta Bianchetti

 Performance objects, edizione unica

 

The Finger Moon #1 è stato per la prima volta realizzato da LIUBA all’Opening della 52° Biennale di Venezia, il 7 e 8 giugno del 2007. Da questa performance e dalle reazioni delle persone è nata un’opera video a due canali e una serie fotografica.

 

Cosa ci fa una suora alla Biennale? Il ruolo ricoperto nella società e sancito da un abito, è tale da condizionare i giudizi e le aspettative degli altri? Una persona che sceglie uno status religioso, subisce sguardi diversi nel fare ciò che tutti fanno, come visitare una mostra o bere un cocktail? Qual è il valore della trascendenza nella vita di tutti i giorni? Quale sarà la reazione delle persone? Queste sono alcune delle domande che hanno spinto l’artista a fare questo lavoro.

L’abito creato dall’artista, progettato e realizzato grazie alla collaborazione con la stilista Elisabetta Bianchetti, è un particolare abito da suora che ha sottili riferimenti multireligiosi nei dettagli.

 

Guardandolo nei particolari, è quindi totalmente diverso da quello indossato dalle suore canoniche. L’abito è stato pensato e disegnato ispirandosi alle Madonne medievali e rinascimentali.

LIUBA ha concepito una performance da attuare in spazi pubblici (urban interactive performance), mischiandosi tra la folla dei visitatori dell’Opening veneziano. L’ esigenza è quella di confondersi nella realtà e operare dei sottili slittamenti di senso rispetto al consueto. La scelta di fare la performance in ambienti reali di vita quotidiana, causa un’imprevedibilità di reazioni ed eventi, inserendo l’elemento della casualità nel lavoro.

 

Percorrendo i Padiglioni, meditando con le preghiere delle principali religioni mondiali, l’artista ha provocato riflessioni e reazioni molto varie, che vanno dalla sorpresa, alla contemplazione estatica, alle lamentele, all’approvazione e al boicottaggio (nel padiglione Italia LIUBA è stata interrotta mentre faceva la preghiera musulmana e i guardiani le hanno impedito di continuare la performance in quel Padiglione).

 

Il progetto è cominciato nel 2006 con un lavoro di ricerca sulle principali fedi religiose del mondo e sui differenti modi di pregare. Questa ricerca mi ha portato a conoscere e a confrontarmi con l’Imam di una Moschea, a imparare dalla comunità islamica femminile la loro modalità di preghiera, a parlare della religione e della preghiera ebraica con il Rabbino di una Sinagoga, a indagare la pratica e la spiritualità buddista discutendone con diversi praticanti di varie confessioni, a pregare Zazen in un Monastero Zen, a conoscere e sperimentare le celebrazioni spirituali dei Nativi Americani in una riserva del Canada.

 

sito specifico del progetto: thefingerandthemoon.net

 

  • The Finger and the Moon #1, photo from performance, cm. 110x80, ed.3, 2007

  • The Finger and the Moon #1, photo from performance, cm. 80x110, ed.3, 2007

The Finger & the Moon #2

 

Performance: St. Peter’s Square, Vatican City, Maggio 2009

video: 2009-10, Italy,colours 12’38” two channel video ed 3+ 2ap

videostill STREAP, 2011 ed. 7 + 1ap

Abito della Performance realizzato in collaborazione alla stilista Elisabetta Bianchetti

Performance objects

 

 

The Finger and the Moon #2 si è svolta Sabato 9 Maggio 2009 in piazza S.Pietro, Città del Vaticano. Da questa performance è nata un’opera video a due canali e una serie di videostills.

 

Il luogo scelto come teatro della sua azione performativa è tanto insolito quanto carico di simbolismi, cioè Piazza San Pietro nel Vaticano. Lo stesso si può dire per l’abito utilizzato dall’artista, un esemplare unico creato assieme alla stilista Elisabetta Bianchetti, un vestito apparentemente simile a quello indossato dalle suore cristiane, ma con diversi accorgimenti che consentono a LIUBA di praticare contemporaneamente la preghiera musulmana e quella ebraica, la meditazione buddista, la spiritualità dei nativi americani e varie posizioni yoga-indù.

 

“In questa seconda parte del più vasto progetto The Finger and the Moon – come scrive il curatore Luca Panaro –  l’artista LIUBA ha deciso di sfruttare le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, creando un evento espositivo, performativo e multimediale di grande interesse.

 

La particolarità di questo lavoro risiede nella creazione di un network di gallerie sparse in tutto il mondo, invitate ad ospitare contemporaneamente la performance live, trasmessa mediante una rete telematica. Se è vero che internet rappresenta per l’uomo la realizzazione del suo innato desiderio di ubiquità, quest’opera di LIUBA ne è la sua più evidente manifestazione.

 

La facoltà di essere presente simultaneamente in luoghi diversi, normalmente concessa soltanto alle divinità, può essere virtualmente estesa a tutto il genere umano grazie all’utilizzo del web. Non a caso, il successo di questa tecnologia, risiede proprio nella possibilità di moltiplicare il proprio “io” all’interno di un social network. In The Finger and the Moon #2, LIUBA dimostra di avere compreso questa particolarità del nostro tempo, indirizzando la propria ricerca in quella direzione.

 

L’ubiquità ottenuta mediante le odierne innovazioni, acquista un significato particolare anche in relazione al contenuto del messaggio trasmesso. La performance ha infatti come tematica la riflessione sulle principali religioni del mondo, evidenziando affinità fra le differenti modalità di preghiera concesse.”

 

thefingerandthemoon.net

 

Avvalendosi delle più avanzate tecnologie la nuova urban interactive performance di LIUBA The Finger and the Moon #2 è stata vista ed esposta ‘live’ in contemporanea in differenti luoghi del mondo, che in questo modo sono stati simbolicamente connessi in un unico canale.

 

La performance e il collegamento live in streaming sono cominciati alle 19 ora italiana e sono durati finchè la Polizia non ha fermato l’artista, dopo più di un’ora, impedendole di pregare in maniera ‘insolita’ sul suolo del Vaticano. (Read the dialogue between Liuba and Police)

 

Lo streaming è stato visibile solo in luoghi ‘fisici e reali’ , dove le persone si sono radunate per vedere la diretta via streaming. Solo le location del network avevano la password per connettersi allo streaming.

La performance è stata filmata da due cameraman: Barbara Fantini e Raymonda Gentile. Le riprese di Barbara sono state quelle trasmesse live in streaming, mentre quelle di Raymonda erano più centrate sulle reazioni delle persone.

 

Dalla performance è derivata: una installazione video a due canali, un video a due canali col lo streaming integrale, una serie di fotografie dittico, una serie di videostills.

 

LOCALITA’ CONNESSE IN STREAMING E GALLERIE PARTECIPANTI:

 

Amsterdam (NL)

Beijin (CI)  – YUANFEN NEW MEDIA ART SPACE – Seven Stars East Street Dashanzi Factory 798, Chaoyang Qu, Beijing 100015,China www.yuanfenart.com

Belem (BR) – ARCHIBISHOP – BELEM

Chicoutimi (CA) – SÉQUENCE, 132 rue Racine Est, C.P. 442, Chicoutimi, Québec, G7H 5C2, Canada – tel. +1 418.543.2744

Jerusalem (IS)

Mashteuiatsh, Innu community, (CA) – THE NATIVE MUSEUM OF MASHTEUIATSH – 1787 Amishk Street, Mashteuiatsh, Québec G0W 2H0

Milan (I) – GALLERIA FAMIGLIA MARGINI – via Simone d’Orsenigo, 6, 20100 Milan-

Modena (I) –  BETTA FRIGIERI ARTE CONTEMPORANEA – Via G. Muzzioli 8, 41012 Modena, tel. +393393766367,

Montreal (CA)

NewYork (US)

Paris (F) – GALERIE PASCAL VANHOECKE, 21 rue des Filles-du-Calvaire, 75003 Paris Tel: +33(0)1.40270927

Piacenza (I) – PLACENTIA ARTE, Via G. B. Scalabrini 116, Piacenza, Italy +39 3393766367,

Rome (I) – GALLERIA 12 -13 – Via Garibaldi 12/13, Trastevere, 00100 Roma

SanFrancisco (US)

SaintPetersburg (R)

TelAviv (ISR)

Turin (I)

Tokio (JA)

Venezia (I)

Zurich (CH) – REDAZIONE IL GIORNALE.CH – Im Rüeblig 5c, 8117 Fällanden (Zürich) Tel 0041 (0) 786090797

 

 

 

Le sedi situate a: Amsterdam, Jerusalem, Montreal, New York, San Francisco, Saint Petersburg, Tel Aviv, Turin, Tokyo, Venezia sono privati collezionisti, studi di artisti o comunità religiose. Pertanto il loro indirizzo non è visibile su questo sito.

 

  • The Finger and the Moon #2, 2012, videostills

  • The Finger and the Moon #2, dyptic 1, lambda photo, cm 80x140, ed 3

The Finger & the Moon #3

 

 

Performance: Chiesa sconsacrata del Museo di S. Agostino, Sett 2012

video: 2012-2024, Italy, colours 13’30”

Abito della Performance: serie di scatti fotografici su tessuto, realizzato in collaborazione con la stilista Elisabetta Bianchetti

 

 

A The Finger and the Moon #3, hanno preso parte esponenti delle più diverse confessioni religiose, che hanno meditato insieme in una performance-rito collettivo.

 

L’evento, curato da Alessandra Gagliano Candela, è stato preceduto da quasi un anno di lavoro di mappatura sul territorio, svolto dall’artista in collaborazione con l’antropologa Barbara Caputo, che hanno stabilito un rapporto diretto con le diverse comunità religiose presenti, coinvolgendo direttamente gli abitanti della città ad esse appartenenti.

 

Il lavoro artistico di LIUBA ha già, da parecchi anni, una matrice interattiva e un interesse specifico alla realtà sociologica e urbana dei luoghi e delle persone che vi abitano. In questo progetto, l’artista, decide di andare ancora più a fondo in questa direzione, facendo una ricerca fra le diverse comunità religiose-spirituali presenti nella città e coinvolgendo le persone a partecipare direttamente e attivamente nella performance collettiva, che si è tenuta nella chiesa di s. Agostino.

 

La chiesa di S. Agostino, contenitore ricco di storia e di vissuto, si presta particolarmente bene alla realizzazione di questa performance-rito di grande impatto emotivo e concettuale: al suo interno una videoinstallazione presentava i video delle due precedenti tappe, mentre le persone appartenenti alle varie confessioni si spostavano liberamente, ciascuna con la propria preghiera, lungo la navata dell’antico edificio religioso, interagendo anche fra di loro.

 

La volontà dell’artista è quella di mescolare l’arte con la vita.

Inoltre è molto importante, in tempi come quello presente, dove si assiste spesso ad antipatici episodi di intolleranza e stigmatizzazione del diverso, lavorare sul concetto di unità, di pari dignità delle persone e dei culti, cercando di dare un contributo, seppur umile, al dialogo e alla riflessione sulle spiritualità.

 

LIUBA indossò per l’occasione un nuovo abito-opera, frutto di una nuova collaborazione con la stilista Elisabetta Bianchetti, e costruito con le foto di edifici di differenti culti religiosi scattate dall’artista a New York e facenti parte della serie The Finger and the Moon #4.

 

 

 

thefingerandthemoon.net#3

 

 

Dopo una lavoro di ricerca antropologica e di contatti sul campo durato circa un anno e portato avanti dall’artista insieme all’aiuto dell’antropologa Barbara Caputo e della curatrice Alessandra Gagliano Candela, hanno partecipato alla performance collettiva insieme all’artista LIUBA 12 persone di diverse fedi religiose e cammini spirituali.

 

I partecipanti si sono incontrati con LIUBA nella chiesa sconsacrata alcune ore prima della performance. LIUBA ha sottolineato che era importante che ciascuno fosse sè stesso e agisse con naturalezza e spontaneità, poichè si trattava di una performance e non di uno spettacolo teatrale.

Ciascuno era libero di meditare e pregare nella maniera a lui più appropriata, condividendola con gli altri, e rispettando soltanto alcune semplici indicazioni di regia spaziale.

 

Ciascuno ha condiviso le motivazioni per cui aveva scelto di essere parte della performance e di meditare insieme a persone di diverse appartenenze religiose. Ogni partecipante era ben consapevole di essere parte di un’opera d’arte e al tempo stesso di un evento simbolicamente importante sulla strada dell’accettazione e del rispetto delle varie spiritualità.

 

La performance collettiva è cominciata con tutti i partecipanti sulla grande scalinata che respiravano insieme. Il respiro è un bisogno e una pratica che unisce tutti gli uomini di ogni diversa provenienza e spiritualità.

Quindi LIUBA discese nella navata, in mezzo al pubblico, e cominciò a meditare con preghiere di diverse fedi. Sul suo manto-opera erano raffigurati tempi e chiese di differenti religioni. E ad uno a uno, anche gli altri partecipanti discesero nella navata cominciando le loro meditazioni, muovendosi nello spazio con libertà e improvvisazione.

 

La musica della performance era stata composta dall’artista assemblando insieme e sovrapponendo musica sacra di diverse religioni, mentre nella navata erano installati i due video The Finger and the Moon #1 e The Finger and the Moon #2.

 

La performance si concluse fuori dalla chiesa, nel mondo reale, verso la vita di ogni giorno.

 

thefingerandthemoon.net#3

 

 

  • The Finger and the Moon #3, photocomposition from performance, variable size, 2012

  • The Finger and the Moon #3, photocomposition from performance, variable size, 2012

  • The Finger and the Moon #3, photocomposition from performance, variable size, 2012

  • The Finger and the Moon #3 - documentation photo

The Finger & the Moon #4

Abito dell’ opera della performance The Finger and the Moon #3 è composto con un montaggio su cotone della serie di foto scattate dall’artista a New York nel 2012 sui differenti templi e luoghi religiosi di ogni confessione presenti nella città.

La serie prende il nome di The Finger and the Moon #4.  

Il vestito è stato prodotto insieme alla stilista Elisabetta Bianchetti.

 

thefingerandthemoon.net

  • The Finger and the Moon #4, 2013, original performance dress composition of NYC temples photos printed on canvas, cm.150 x 200, ed.unique

  • The Finger and the Moon #4, 2013, original performance dress

The Finger & the Moon #5

 

Serie di 7 polittici, composti da collage di foto e videostill da tutte le performance della serie, 2013 .

 

 

La serie si ispira ai polittici medievali composti da un immagine principale e da una predella sottostante.

 

Le opere sono costruite assemblando fotografie e videostills presi live dalle tre performances del progetto The Finger and the Moon (#1 alla Biennale di Venezia, #2 in Piazza S. Pietro, #3 nella chiesa del Museo di S. Agostino a Genova con la partecipazione di esponenti di diverse fedi religiose)  in una ricerca che apre a nuove prospettive concettuali, semantiche ed estetiche.

Tutte le fotografie e videostill sono tratte da performances live eseguite da LIUBA. Niente è stato costruito in studio o a tavolino, ma è realmente accaduto in performance.

 

Alcuni concetti di queste opere:

 

Concetto di Polittico e predella: ispirazione alle pale d’altare medievali – rivisitazione moderna e critica del concetto di arte sacra – valore narrativo insito nel concetto iconograifco della ‘predella’ – la predella narra una storia: nel medioevo era usata per raccontare la storia sacra al pubblico che non sapeva leggere, in questi lavori le predelle raccontano la storia e la dimensione temporale delle varie performances.

 

Concetto dello sdoppiamento: la singola religione si confronta con sé stessa. Possibilità di dialogo, di confronto, di sguardo critico Guardarsi dal di fuori vuol dire accettare anche la possibilità di altri punti di vista.

 

Importanza delle linee dinamiche e delle forze compositive dei polittici: ci sono tensioni di basso Vs alto e tensioni laterali  che rappresentano  le tensioni di sviluppo dello spazio orizzontale (spazio del mondo terreno, spazio della cultura dell’uomo)  e dello spazio verticale (spazio del mondo spirituale, spazio del divino).

 

Importanza dei colori: giochi di Bianco e Nero come tensioni degli opposti e di Ying e Yang (v. anche nei video a due canali) – arancio come colore sacro in oriente – tensioni di contrasti fra colori caldi e colori freddi  – dialettica degli opposti che mette in discussione il concetto di ‘infallibilità’ che spesso le religioni si assegnano.

 

Gioco delle mani: i vari tipi di preghiera sono visualizzati con la varietà delle posizioni delle mani in varie parti del mondo – parallelismi tra rito e performance – concetto della molteplicità delle culture e dei punti di vista – concetto della differenza e varietà vista come ricchezza e risorsa.

 

Simboli presenti nella performance: abito con pantaloni buddhisti a sbuffo – velo come quello delle donne musulmane (più lungo di quello delle suore) –  spilla con la thorà ebraica sulla manica – strisce colorate dei nativi americani – libretto blu di preghiere ebraiche – bussola per la ricerca della mecca – bastoni di incenso per la meditazione zen – rosario per i cattolici – salvia bruciata in una conchiglia, rito purificatorio dei nativi americani – sandali arancioni: incrocio fra i sandali da suora cristiana e i colori buddhisti – borsetta: simbolo di femminilità

 

 Le opere sono costruite assemblando fotografie e videostills presi live dalle 3 performances del progetto, in una ricerca che apre a nuove prospettive concettuali, semantiche ed estetiche. La serie dei polittici mescola e sintetizza le fotografie e i videostill che provengono da tutte le performances del progetto The Finger and the Moon (#1 alla Biennale di Venezia, #2 in Piazza S. Pietro, #3 nella chiesa del Museo di S. Agostino a Genova con la partecipazione di esponenti di diverse fedi religiose). Tutte le fotografie e videostill sono tratte dalle performances live. Niente è stato costruito in studio o a tavolino, ma è realmente accaduto in performance.

 

  • The Finger and the Moon #5, POLYPTIC 1, 2013 performance photos composition on baryta paper framed in wood and plexiglass, cm 100x167, ed.3 + 2

  • The Finger and the Moon #5, POLYPTIC 2, 2013 performance photos composition on baryta paper framed in wood and plexiglass, cm 100x167, ed.3

  • The Finger and the Moon #5, POLYPTIC 4, 2013 performance photos composition on baryta paper framed in wood and plexiglass, cm 40x67, ed.3

  • The Finger and the Moon #5, POLYPTIC 3, 2013 performance photos composition on baryta paper framed in wood and plexiglass, cm 40x67, ed.3

  • The Finger and the Moon #5, POLYPTIC 7, 2013 performance photos composition on baryta paper framed in wood and plexiglass, cm 40x67, ed.3

The Finger & the Moon #6

 

 

Performance: Art Paris, Grand Palais, Paris, 4 Aprile, 2018

video: 2018, Italy-France, colours 14’52” ed 3+ 2ap

Abito della performance in collaborazione con Elisabetta Bianchetti

The Finger and the Moon #6  è parte del progetto omonimo in progress, che riflette intorno alle diverse forme di spiritualità e alle loro similitudini, e ruota intorno ai concetti di rispetto, tolleranza, fanatismo, in un’epoca dove ormai la spiritualità e la religione non sono più solo questioni personali e private, ma anche pubbliche e politiche.

 

Invitata ad esporre e a fare una performance ad Art Paris 2018, ho scelto di portare a Parigi una nuova versione di questo progetto, anche in onore delle grandi ferite ricevute da questa città.

 

Vestita come una suora, ma con un abito speciale “multifaith” appositamente concepito per questo progetto e creato a 4 mani con la stilista Elisabetta Bianchetti, ho pregato al Gran Palais, durante l’opening della Fiera, mettendo in pratica diversi tipi di rituali tratti dalle più diffuse religioni del mondo, e scatenando nella audience diverse reazioni, che hanno spaziato dalla sorpresa, alla contemplazione all’indifferenza.

 

Poichè il progetto The Finger and the Moon ha già diverse opere, e non mi interessava nè potevo replicare cose che ho già detto in maniera forte con The Finger and the Moon #2 in Vaticano, per questo video mi sono focalizzata sulla sensazione di straniamento che la spiritualità (multi-fede, con tutto ciò che implica naturalmente) causa in un contesto di ‘mercato’ come quello di una fiera commerciale di arte contemporanea. E’ un lavoro sulle persone, sulle modalità di fruizione delle ‘opere’ del pubblico in fiera, sul disinteresse verso la spiritualità che sembra un elemento quasi estraneo nell’ambito della Fiera, che non appartiene a quel mondo dell’arte, mentre invece sappiamo – io ne sono convinta – che ogni atto creativo è sempre connesso con la dimensione spirituale, di qualunque forma essa sia.

 

Molta attenzione nel video è stata data anche alla musica, che è il risultato di una mia ricerca sulla musica sacra di vari popoli e di differenti matrici religiose, il tutto montato in maniera polifonica. A questa materia sonora intersecata e concettuale proveniente da varie parti del mondo, ho aggiunto frasi del brano Drop di Luigi Einaudi, che ringrazio.

 

Il video consiste in una selezione di riprese live della performance, mescolate e modellate con musica di diverse spiritualità del mondo. Il video innesca riflessioni, emozioni, pensieri e domande, sul nostro essere profondo, sulla diversità e l’universalità, e sul contrasto fra spiritualità e mercato dell’arte. Il tutto filtrato con poesia ed ironia.

 

 

LIUBA C’est une artiste italienne dont le type d’expression principale est la performance avec lesquelles elle réalise des vidéos. Chaque projet est mis en place pour un lieu est un sujet spécifique. Ensuite elle muséifie quelques objets issus de ses performances et qui laissent une trace physique pour les amateurs d’art. Son travail d’artiste est centré sur des questions sociales, anthropologiques, géographiques et philosophiques. LIUBA questionne le comportement humain à l’aide de l’interactivité et de la chance.
Ses performances sont toujours faites dans des lieux publics sans que les observateurs ne soient prévenus. Les vidéos rendent compte du comportement du public mis en confrontation avec la performance réalisée. Ses recherches sont basées sur l’analyse sociale et l’étude des contradictions humaines. Elle analyse aussi avec humour des comportements du monde de l’art contemporain et parfois fait se rencontrer des deux. Dans “The Finger and the Moon” une nonne pratique les prières de toutes les confessions religieuses. C’est une performance « in progress » qui s’inscrit dans un projet d’analyse plus globale puisqu’elle l’a déjà réalisé sur le parvis du Vatican et à la biennale de Venise.
Elle la réalisera dans le Grand Palais pendant ART PARIS du 4 au 8 avril à plusieurs reprises.

 

>>> per il testo intgrale, qui

 

The Finger and The Moon #6Excerpt

 

The Finger and The Moon #6, 2018, Videostill from performance at ARTPARIS

da The  Finger and the Moon Project – Luca Panaro

 

..“Nella seconda parte di un più vasto progetto intitolato The Finger and the Moon, l’artista Liuba ha deciso di sfruttare le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, creando un evento espositivo, performativo e multimediale di grande interesse. La particolarità di questo lavoro risiede nella creazione di un network di gallerie sparse in tutto il mondo invitate ad ospitare contemporaneamente una performance live trasmessa mediante una rete telematica. Se è vero che internet rappresenta per l’uomo la realizzazione del suo innato desiderio di ubiquità, quest’opera di Liuba ne è la sua più evidente manifestazione.(. . .)” leggi tutto l’articolo

 

 

da Saint Liuba – Mark Bartlett

 

(…) All’apparenza una suora,  venne in questo luogo di pellegrinaggio per pregare a mani giunte, sgranando il rosario e dandogli la sua voce. Ma l’abito da suora può trarre in inganno. Liuba non è una comune suora; nella filosofia ecumenica, lei si avvicina più a al-Falsifa e a San Tommaso. Dopo aver pregato Yahweh, con la stessa intensità devozionale, Liuba dispiega un tessuto arancio sul suolo di piazza San Pietro e, utilizzando una bussola, pratica usata dai mussulmani per orientarsi verso La Mecca con accuratezza scientifica, pregò Allah.”  Leggi tutto l’articolo

 

Da The Finger and the Moon #3 – Alessandra Gagliano Candela

 

“Il primo contatto con “The Finger and the Moon” è stata la diretta streaming da piazza San Pietro a Roma nel 2009: l’abito di Liuba, che richiamava quello di una suora, nero, aveva il velo mosso dal vento. Ricordo che mi colpì il coraggio dell’artista.  Toccare il tasto delle religione di questi tempi era una scelta difficile, ma interessante. Così, quando, venuta a Genova per un altro evento, mi ha detto di essere rimasta affascinata dalla chiesa sconsacrata di Sant’Agostino e di voler riproporre il progetto in una versione ampliata, come una performance collettiva, l’idea mi è piaciuta. Tanto più quando, approfondendo il concetto, ha  pensato di farlo precedere da un lavoro sul territorio…”

Leggi tutto l’articolo

  • ARTJUICE 2018 http://artjuice.net/liuba-une-nonne-dans-lart-contemporain-dialogue-avec-lartiste/

  • GAZZETTA DI MODENA, 2009

  • FLASH ART MAGAZINE, 2009

  • Art Verona 2011, catalogo

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